Protesta mensa, oltre 150 alunni con il pranzo al sacco

Si torna a parlare della mensa nelle scuole di Corsico con le considerazioni di molti genitori che ritengono il servizio inadeguato per il prezzo pagato.

Protesta mensa, oltre 150 alunni con il pranzo al sacco
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Protesta mensa, oltre 150 alunni con il pranzo al sacco.

Protesta mensa, oltre 150 alunni con il pranzo al sacco

CORSICO – Una protesta silenziosa, senza clamore, ma con la speranza che possa cambiare le cose. Si torna a parlare della mensa nelle scuole di Corsico, con le considerazioni di molti genitori che ritengono il servizio inadeguato per il prezzo pagato (6 euro in fascia massima, 7 per i fuori sede, con pagamento anticipato e commissioni da pagare sul versamento).

Servizio costoso e scadente

A questo, per mamme e papà, corrisponde un servizio scadente: “I bambini tornano a casa affamati, e non è questione di capricci o di essere schizzinosi: il servizio è peggiorato”, lamentano i genitori che solo di recente hanno fatto una scoperta: i primi piatti non vengono preparati nel centro cottura corsichese, fuori uso da diverse settimane, ma prima a Vigevano e poi a Nova Milanese, una quarantina di chilometri di distanza da Corsico.

I pranzi per i bambini di Corsico arrivano da Vigevano

“Inaccettabile, soprattutto perché nessuno ci ha detto nulla, l’abbiamo scoperto noi”, proseguono mamme e papà che per protesta ieri hanno mandato a scuola i bambini con il pranzo al sacco: oltre 150 alunni. L’obiettivo è cercare di smuovere la situazione: “Ormai sono passati cinque mesi da quando la società è subentrata: comprensibile un primo periodo di assestamento, ma la situazione peggiora di giorno in giorno”. Il passaggio delle consegne tra Camst e Vivenda – società finita nella bufera a Pieve Emanuele dove sono state trovate viti e molle, di cui l’azienda si era detta estranea – è avvenuto a gennaio e non ha soddisfatto le aspettative delle famiglie.

La battaglia dei genitori

Un problema che i genitori avevano già esposto all’ex sindaco Filippo Errante ma con le sue dimissioni e il commissariamento del Comune ora la situazione sembra più complessa da affrontare. “Sappiamo che in questo momento sarà difficile ottenere qualcosa, ma paghiamo davvero tanto per un servizio che non soddisfa – spiegano i genitori, che auspicano un incontro con Vivenda –. Bisogna rivederlo e soprattutto fare in modo che i genitori vengano informati di tutto: assurdo scoprire che i piatti vengono preparati a 40 chilometri di distanza, senza che ci sia una circolare informativa”.

FG

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