Processo omicidio Giulia Tramontano, gli psichiatri in aula: "Impagnatiello non prova pietà"
La difesa sosteneva che l'ex barman fosse affetto da un disturbo della personalità di tipo "paranoide"
Oggi, lunedì 21 ottobre, al Tribunale di Milano nuova udienza a carico di Alessandro Impagnatiello. per l'omicidio di Senago di Giulia e Thiago Tramontano. Le parole degli psichiatri: "Non prova pietà".
Omicidio Tramontano: nuova udienza a carico di Impagnatiello
MILANO - Nuova udienza a Milano a carico di Alessandro Impagnatiello nella giornata di oggi, lunedì 21 ottobre. L'uomo il 27 maggio 2023 uccise la compagna Giulia Tramontano a coltellate, uccidendo anche il piccolo Thiago che la ragazza portava in grembo.
Il messaggio su Instagram della mamma di Giulia
"Il mondo già non è un posto giusto all'altezza di queste due vite. In tutto questo orrore però ora è tempo che sia fatta giustizia e la giustizia in questi casi è una pena esemplare" scrive su Instagram Loredana Femiano, la madre di Giulia Tramontano, nel giorno del processo a carico di Alessandro Impagnatiello.
In aula lo psichiatra forense e il medico legale
L'uomo è accusato dell'omicidio della fidanzata incinta di sette mesi, uccisa con 37 coltellate il 27 maggio del 2023 nell'abitazione di Senago. Come riporta Prima Milano Ovest, nell'udienza di oggi sono stati sentiti lo psichiatra forense Pietro Ciliberti e il medico legale Gabriele Rocca, incaricati dalla Corte di Assise di Milano di eseguire la perizia nei confronti dell'ex barman. A quanto emerso dalla relazione depositata dai periti, Impagnatiello era capace di intendere e volere al momento dei fatti. La difesa sosteneva che fosse affetto da un disturbo della personalità di tipo "paranoide".
Il responso: "Non prova pietà"
Il responso dello psichiatra e del medico legale è chiaro: Impagnatiello non prova sentimenti di colpa e rimorso. Lo sostengono in aula Rocca e Ciliberti, incaricati dalla corte d'Assise di Milano di redigere la perizia che dimostra la piena capacità di intendere e di volere dell'imputato.
"Nel linguaggio Impagnatiello esprime la difficoltà a pensare alla colpa e al rimorso per quello che ha fatto, non prova pietà e questo ci ha fatto rinforzare l'idea di una scarsa risonanza emotiva", spiega Ciliberti. L'imputato esprime nelle 37 coltellate contro la donna che porta in grembo suo figlio ''una rabbia fredda, di chi non può più mantenere il controllo, vive un senso di sconfitta'' e uccide.
Possibile sentenza l'11 novembre
La possibile sentenza potrebbe arrivare l'11 novembre. Impagnatiello ha un "equilibrio e un baricentro morale compromesso" sostengono gli psichiatri incaricati dalla corte d'Assise di Milano che lo descrivono come una personalità che ha "tratti narcisistici e psicopatici" che non sfociano in un disturbo psichiatrico e che si caratterizza per la mania del controllo e la capacità di mentire.
"Non ci sono disturbi né psichiatrici, né di personalità, nella sua narrazione mantiene il senso di realtà ed è lucido sia nella fase precedente che successiva del delitto" spiegano gli esperti.
Prossima udienza l'11 novembre
La prossima udienza, con la discussione delle parti, è in programma l'11 novembre, se la sentenza non dovesse arrivare in quella data la corte presieduta dalla giudice Antonella Bertoja ha fissato anche la data del 25 novembre.