nuovi sviluppi nelle indagini

Pietro Sanua, cosa sappiamo dell'omicidio di mafia a Corsico? Il caso è davvero vicino alla svolta?

La svolta sembrerebbe più vicina, iniziata da un'intercettazione che parla di un omicidio, dove personaggi legati alla 'ndrangheta corsichese avrebbero fatto fuori “un ambulante”.

Pietro Sanua, cosa sappiamo dell'omicidio di mafia a Corsico? Il caso è davvero vicino alla svolta?
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Cosa sappiamo dell'omicidio di mafia a Corsico che ha avuto come vittima Petro Sanua? Il caso è davvero vicino alla svolta?

Pietro Sanua, cosa sappiamo dell'omicidio di mafia a Corsico?

CORSICO – Spunta l'immagine di un volto, un identikit dell'assassino di Pietro Sanua, il commerciante ucciso 27 anni fa. Fu opera della 'ndrangheta, questo è certo. Almeno per il numero uno della Dda di Milano Alessandra Dolci che ha riaperto il fascicolo sull'omicidio, chiuso troppo in fretta e senza colpevoli.

L'intercettazione

La svolta sembrerebbe più vicina, iniziata da un'intercettazione che parla di un omicidio, dove personaggi legati alla 'ndrangheta corsichese avrebbero fatto fuori “un ambulante”. Sull'intercettazione c'è ancora molto da capire, molto da chiarire.

Si parte dal contesto, più volte sottolineato da Alessandra Dolci: “Si tratta certamente di un delitto di mafia, in un ambiente pienamente mafioso, come lo erano allora questi territori. Di sicuro, chiunque abbia ucciso Sanua lo ha fatto con il consenso dei boss”.

Il figlio Lorenzo Sanua

“Dava fastidio – ha raccontato Lorenzo, il figlio di Pierino, con lui sul furgoncino quando il padre venne ucciso a colpi di fucile –, era impegnato nel sindacato, presidente provinciale dell'Associazione nazionale venditori ambulanti di Confesercenti, lottava per i diritti e aveva denunciato il racket che girava intorno al mercato dei fiori, alle piazzole e all'ortomercato. Hanno voluto zittirlo e sapevano che l'unico modo per far tacere mio padre sarebbe stato ammazzarlo, perché lui avrebbe continuato a combattere”.

Quel fascicolo chiuso troppo in fretta

Anni di silenzi e inquietudine, rabbia, per la moglie di Pietro, Francesca, e per Lorenzo che mai ha smesso di cercare la verità e ha deciso di impegnarsi attivamente, da referente di Libera Sud Ovest Milano e nel gruppo di Sos Impresa. Le indagini sono state piene di ombre, poche testimonianze, in un clima di omertà, e tanti errori. Il più grosso è stato chiudere un fascicolo senza colpevoli. Il capo della Dda ha deciso un paio di anni fa di rimettere mano a tutti i documenti, per mettere la parola fine a una vicenda infinita e restituire almeno un po' di pace alla famiglia e ai tanti che da 27 anni cercano verità.

L'identikit

Ora spunta l'identikit di un uomo con capelli e occhi scuri, visto da un operaio a Trezzano la mattina dell'omicidio vicino alla Fiat Uno rubata e usata per l'assassinio, quella che pochi minuti prima dell'omicidio, quella gelida alba del 4 febbraio del 1995, era stata notata da Pietro e Lorenzo perché aveva effettuato su via Di Vittorio una manovra azzardata. La Dda non ha messo da parte questo elemento, inserito nelle nuove indagini che hanno approfondito anche la lite al mercato di Sanua con personaggi legati alla 'ndrangheta locale, affiliati delle cosche dei Morabito, legati a doppio filo coi Barbaro e Papalia.

Ora l'identikit diffuso potrebbe sollevare qualche elemento utile, testimonianze, racconti. O semplicemente far risvegliare quelle coscienze assopite che hanno visto, hanno sentito, hanno saputo, ma non hanno mai parlato.

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