Operazione Quadrato, condanne pesanti per i narcos di Corsico

Grazie al lavoro durissimo svolto dai carabinieri di Corsico in un territorio difficile dove la ‘ndrangheta e la criminalità fanno sentire la loro pesante presenza.

Operazione Quadrato, condanne pesanti per i narcos di Corsico
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Operazione Quadrato, condanne pesanti per i narcos di Corsico.

Operazione Quadrato, condanne pesanti per i narcos di Corsico

CORSICO – Condanne pesanti per i fratelli Barbaro e per i coinvolti nell’operazione Quadrato, condotta lo scorso ottobre dai carabinieri della Compagnia di Corsico, guidati dal capitano Pasquale Puca e dal tenente Armando Laviola.

L'operazione Quadrato

Attente e intense indagini che hanno messo in luce i luoghi dello spaccio corsichese, chiusi dai palazzoni del Villaggio Giardino, nel cuore del Quadrato. Il Quadrato, la vasca di cemento dove giocano i bambini. Agli angoli, un esercito di pusher assoldati dai fratelli Barbaro, soprattutto di origini marocchine, fedelissimi agli ordini. Dopo l’operazione, gli arresti.

Le condanne per i boss

Ora, le condanne. Dodici anni e otto mesi per Francesco, otto per Antonio, sei anni e otto mesi per Salvatore. Tutti Barbaro, fratelli, nipoti da parte di madre dei Papalia di Buccinasco (Antonio e Domenico ergastolani, Rocco chiuso in una casa lavoro in Abruzzo dopo aver già scontato 25 anni di reclusione). Parentele “pesanti” anche da parte di nonna: Anna Barbaro, moglie di Francesco Papalia, è cognata di Francesco Barbaro, ciccio u castanu, feroce boss di Platì e padre di Rocco Barbaro, uno dei latitanti più pericolosi d’Italia (preso l’anno scorso) e capo delle cosche lombarde della ‘ndrangheta. Nell’operazione ci sono finiti anche altri personaggi di Corsico, sodali dei fratelli Barbaro. A partire da Francesco Pellegrini, uomo di fiducia dei fratelli, pluripregiudicato con il compito di portare la droga in giro ai pusher, un pony express della cocaina. A lui e ai Barbaro è stata confermata l’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. In rito abbreviato (gip Manuela Scudieri) Pellegrini è stato condannato a nove anni di reclusione. Francesco Truglia, che aveva messo a disposizione per stoccare la cocaina l’appartamento in via dei Navigli (dove i militari hanno montato le telecamere che hanno incastrato il gruppo), è stato condannato a sette anni e sei mesi di reclusione. Per Natale Trimboli tre anni di reclusione e 14mila euro di multa.

Un lavoro durissimo in un territorio difficile per i carabinieri di Corsico

Un lavoro durissimo, quello dei carabinieri di Corsico, riconosciuto anche dal capo della Dda di Milano Alessandra Dolci che ha lavorato in sinergia con il pm David Monti e il magistrato della Dda Stefano Ammendola: tutti hanno riconosciuto il valore dell’attività investigativa, soprattutto perché svolta in un territorio difficile, dove la ‘ndrangheta e la criminalità fanno sentire la pesante presenza. Soprattutto al Villaggio Giardino, dove gli accorgimenti per non essere scoperti dai “cani”, come chiamavano i carabinieri di Corsico, di cui conoscevano macchine e targhe, erano continui da parte della banda di narcos. Ma non abbastanza.

La condanna del pusher più fedele

Gli altri componenti del gruppo, nordafricani, hanno preso dai quattro agli otto anni di reclusione. Tra questi, Hamis Oladif, fedelissimo ai Barbaro e instancabile lavoratore, tanto da riuscire a piazzare anche 40 bustine al giorno. “Sono stanco – dice intercettato Hamid Oladif, uno dei magrebini che spacciavano per conto dei Barbaro –, ho fatto le analisi e mi hanno trovato hashish, cocaina e puttane nel sangue: ho deciso di farmi curare, ma per voi ci sono sempre. Siete il mio cuore”. Per lui, sette anni e sei mesi di reclusione.

Francesca Grillo

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