appello

Onorevole Marta Cartabia, Ministra di Grazia e Giustizia, faccia rispettare la legge, anche in carcere

C'è qualcosa che non quadra in tutto questo, compreso il silenzio della politica, della magistratura e anche di quella parte del popolo che con un segno di croce ha sistemato la sua coscienza.

Onorevole Marta Cartabia, Ministra di Grazia e Giustizia, faccia rispettare la legge, anche in carcere
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Onorevole Marta Cartabia, Ministra di Grazia e Giustizia, faccia rispettare la legge, anche in carcere.

Onorevole Marta Cartabia, Ministra di Grazia e Giustizia, faccia rispettare la legge, anche in carcere

A proposito di Fabrizio Corona, il carcere, la legge uguale per tutti...e l’articolo 27 della costituzione. Non manderemo un solitario telegramma di solidarietà a Fabrizio Corona, senza scrivere alla migliaia di umani disperati e abbandonati detenuti, che non hanno l'attenzione dei signori dell'informazione. Chi sbaglia deve pagare...certo! La legge è legge e non saremo noi a doverci inserire in un argomento complicato come la scoperta del giusto, della giustizia e della sua applicazione. Sono troppe le vittime di una legge che in carcere non viene applicata. Sono talmente tante le non curanze trascurate dalla legge che, tra le quattro mura del carcere, si confonde tra i molti mestieranti esecutori della pena, il bene dal male, il buono dal cattivo e ancor di più il dare dall'avere.

Il nostro è un unico telegramma di solidarietà che abbiamo preferito scrivere a Lei e alla Sua responsabilità. Cosa chiediamo? Faccia per favore rispettare la legge anche in carcere. Ci preme sottolineare e condividere quanto il Garante dei Detenuti della Regione Lombardia, Carlo Lio, ha dichiarato in una recente intervista: “Il caso di Fabrizio Corona e il clamore mediatico che ne è conseguito, consente al mio ufficio, l’Autorità del Garante, di riproporre all’attenzione generale un tema gravoso e urgente come quello della patologia psichiatrica e la possibilità di cura nei contesti carcerari.” Ma cosa succede in carcere? Ma sopratutto cosa non succede? Partiamo dalla legge, quella “uguale per tutti” e della sua applicazione in carcere. Facciamo memoria del comma 3 - articolo 27 della Costituzione, che dichiara solennemente che "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".

Si parla dunque di rieducazione, capito bene? "Tendere alla rieducazione" significa forse generare percorsi rieducativi finalizzati a curare oltre che a prevenire? Sappiamo tutti che questo non accade. Se questo non avviene nonostante la legge parli chiaro, si potrebbe dire che anche il sistema carcerario è fuori legge? Così come il carcere, anche la politica, che gioca al rimando potrebbe essere complice? Di situazioni come quelle di Fabrizio Corona, che domandano libertà, sono piene le carceri. Se l'educazione è sedare ogni tipo di patologia con farmaci di ogni genere e per ogni forma, allora ci siamo.

Ci dispiace per Fabrizio, ci viene da sorridere amaramente per le migliaia di altri sconosciuti detenuti che senza clamore e con dignità si fanno la galera, che sanno di aver sbagliato e di dovere rimediare... Come fare? C'è qualcosa che non quadra in tutto questo, compreso il silenzio della politica, della magistratura e anche di quella parte del popolo che con un segno di croce ha sistemato la sua coscienza. Luisa Colombo, Arteterapeuta e presidente dell'Associazione Xsperienza, che da anni si occupa di attività rieducativa nelle carceri, ha chiesto al Garante della Regione Lombardia di farsi promotore della rivisitazione del sistema rieducativo all'interno delle carceri, coinvolgendo il terzo settore, luogo della sensibilità in azione .

A Lei, Onorevole Ministra Cartabia, chiediamo di fare rispettare la legge, anche in carcere. Che possa risorgere in questa Santa Pasqua anche la ricerca del giusto della Giustizia.

Renato Caporale

Da segreteriaXsperienza@gmail.com a segreteria.ministro@giustizia.it

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