'ndrangheta, infiltrazioni mafiose in turismo e alberghi: quattro arresti
Il tentativo da parte di famiglie mafiose è di mettere le mani su realtà imprenditoriali in crisi, mediante iniezione di capitali freschi.
'ndrangheta, infiltrazioni mafiose in turismo e alberghi: quattro arresti.
'ndrangheta, infiltrazioni mafiose in turismo e alberghi: quattro arresti
MILANO – Un’indagine durata oltre un anno: la polizia, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ha dato esecuzione a quattro misure cautelari personali e al sequestro di quote societarie per ipotesi di estorsione aggravata dal metodo mafioso e usura.
L'attività investigativa, coordinata a livello nazionale e internazionale dal Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni è stata svolta dal Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per la Lombardia. Tra gli arrestati c’è un professionista nel settore dell'intermediazione finanziaria, che si appoggiava al principale indagato, già conosciuto in altre indagini della Dda di Milano e componente di una delle più note famiglie di 'ndrangheta della Brianza, in quanto figlio e cugino di soggetti al vertice della locale di Desio.
Iniezioni di capitali freschi in attività in crisi
L'indagine ha consentito di far emergere un ulteriore e grave episodio di infiltrazione mafiosa nel contesto economico e in particolare nel settore turistico-alberghiero. Il tentativo da parte di famiglie mafiose è di mettere le mani su realtà imprenditoriali in crisi, mediante iniezione di capitali freschi e utilizzo di metodi intimidatori per ottenere il controllo di attività economiche di rilievo. Non è tutto: dall'indagine è emerso il legame tra esponenti delle criminalità organizzata e i professionisti. Era proprio il consulente finanziario che segnalava all’esponente del clan calabrese le potenziali vittime e che pianificava le operazioni finanziarie. Con la forza di intimidazione derivante dal collegamento con la 'ndrangheta, gli indagati sono riusciti ad assumere il controllo di un'importante realtà alberghiera in Liguria, le cui quote sono state oggetto di sequestro da parte del gip di Milano.
Fa seguito dell'indagine conclusa nel 2018
L'indagine è il seguito di una precedente attività investigativa, di ampio respiro internazionale, degli investigatori del Compartimento di Milano (operazione "Bruno"), conclusa nel 2018 con l'arresto tra Italia e Romania di 21 persone (e altri 14 indagati) per associazione a delinquere transnazionale, frode informatica e accesso abusivo a sistema informatico e riciclaggio di proventi di massive campagne di phishing, che lasciava intravedere un interesse della ‘ndrangheta verso il cybercrime. Il coordinamento internazionale del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, ha permesso, attraverso l'indispensabile cooperazione di Europol, di interessare i collaterali organi di polizia di Germania, Francia, Svizzera, Croazia e Slovenia per l'individuazione di beni frutto del riciclaggio.
“Alla luce di quanto emerso – dicono dalla Questura – la Polizia di Stato invita, sempre più e con maggiore forza, gli imprenditori a denunciare subito ogni forma di minaccia o semplici avvicinamenti esplorativi da parte di soggetti dotati di una certa "liquidità" - anche in cripto-valuta - segnalando siti internet e caselle di posta elettronica emerse in relazione a questi fenomeni criminali”.
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