l'inchiesta

Milano, orrore negli obitori: rubavano ai defunti gioielli e oggetti preziosi

Perquisizioni e intercettazioni svelano un presunto sistema interno nell'Area servizi funebri

Milano, orrore negli obitori: rubavano ai defunti gioielli e oggetti preziosi

Un’inchiesta della polizia locale di Milano sta facendo emergere una vicenda che ha dell’incredibile. Al centro delle indagini ci sono sei persone – quattro in servizio e due ex dipendenti dell’Area servizi funebri e cimiteriali del Comune – sospettate di essersi appropriate di beni appartenuti ai defunti, approfittando del loro ruolo all’interno degli obitori e durante le operazioni di recupero dei corpi.

Rubavano ai defunti gioielli e oggetti preziosi

MILANO – L’indagine ha avuto un’accelerazione all’alba del 16 settembre quando, come racconta Il Giorno, la Squadra interventi speciali del Nucleo Radiomobile ha eseguito una serie di perquisizioni nelle province di Milano e Lodi. Gli agenti hanno sequestrato telefoni, computer e documenti, cercando riscontri agli indizi già raccolti attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali. In una delle conversazioni captate, uno degli indagati avrebbe raccomandato ai colleghi di “non dire niente”: una frase che la dice lunga sulla consapevolezza della gravità dei fatti.

Preziosi scomparsi e scontrini sospetti

Durante le perquisizioni sono emersi scontrini di compro oro con sedi tra Milano e hinterland. Secondo gli inquirenti, quei documenti potrebbero dimostrare la vendita di gioielli sottratti ai defunti, anche se la prova diretta della corrispondenza tra i beni venduti e quelli rubati non sarà semplice da ottenere: gli scontrini, infatti, attestano solo quantità e valore del metallo, non la tipologia o la provenienza degli oggetti.

La denuncia dei familiari

A far scattare le indagini sono state alcune segnalazioni giunte a Palazzo Marino da parte di parenti di persone decedute, che avevano notato l’assenza di monili o oggetti di valore dopo il trasferimento delle salme. In uno dei casi più inquietanti, sarebbe stata persino sottratta una protesi dentaria in oro a una donna morta in un incidente stradale.

Gli episodi al centro dell’inchiesta risalirebbero al periodo compreso tra il 2024 e il 2025, con diversi furti avvenuti nell’obitorio comunale di piazzale Gorini e, in altri casi, direttamente nelle abitazioni dei defunti.

Accessi incontrollati e vittime senza voce

Secondo gli accertamenti preliminari, alcuni addetti avrebbero sfruttato la possibilità di entrare liberamente nelle abitazioni dei morti per prelevare oggetti preziosi prima dell’arrivo dei familiari. Le vittime preferite sarebbero state persone sole o in condizioni di fragilità sociale, per le quali era difficile che qualcuno potesse accorgersi subito della sparizione dei beni.

Un possibile sistema interno

Il quadro delineato dagli investigatori lascia pensare a un meccanismo consolidato, andato avanti per almeno due anni e nel quale i sei indagati avrebbero avuto ruoli differenti. Al momento risultano due ex dipendenti – che si sarebbero dimessi prima dell’emersione del caso – e quattro ancora in servizio.

Gli inquirenti ipotizzano che i furti siano stati numerosi, forse più dei sei episodi già accertati. Le indagini proseguono per chiarire l’eventuale coinvolgimento di altri soggetti e ricostruire il percorso della refurtiva.

Un precedente nelle Marche

Un fatto analogo era stato scoperto nelle Marche nel 2024, quando cinque operatori di imprese funebri e cimiteriali furono accusati di aver rimosso protesi dentarie d’oro dalle salme durante le operazioni di tumulazione.