la versione del boss

Manifesti del boss vestito da donna, Papalia in udienza: "Mi prendevano in giro, non uscivo più di casa"

Era il dicembre del 2017 quando il massmediologo aveva attaccato in giro per la città dei manifesti che rappresentavano in versione drag queen Rocco Papalia

Manifesti del boss vestito da donna, Papalia in udienza: "Mi prendevano in giro, non uscivo più di casa"
Pubblicato:
Aggiornato:

I manifesti con il volto del boss della ‘ndrangheta Rocco Papalia in versione femminile Klaus Davi li aveva affissi in un blitz notturno nelle vie di Buccinasco. Un’irriverenza che aveva il significato di «una provocazione, per scardinare l’ultimo tabù rimasto alla ‘ndrangheta: la virilità», aveva spiegato Davi allora che si era anche beccato una multa dal Comune per le affissioni abusive. Ora parla il boss che ha così raccontato la sua versione al giudice.

Manifesti del boss vestito da donna, Papalia in udienza: "Mi prendevano in giro, non uscivo più di casa"

BUCCINASCO - Davanti al pm Maria Cristina Matassi e al legale di Klaus Davi, Simona Giannetti, Rocco Papalia ha raccontato e ricostruito la sua versione, ripercorrendo i giorni dopo le affissioni dei manifesti.

Affissi dopo il ritorno dal carcere del boss: aveva scontato 26 anni in cella per omicidio, sequestri e traffici

Si tratta delle locandine che il massmediologo Klaus Davi aveva appeso a Buccinasco, nel dicembre del 2017, con il volto di Rocco Papalia trasformato in donna, giocando “con una provocazione”, come l’aveva definita Davi.

Papalia in udienza: "La gente rideva di me"

“Una mattina, mentre stavo camminando nei corridoi del supermercato, mi sono accorto che la gente mi stava guardando e che rideva di me. Non sapevo ancora niente dei manifesti. Sono arrivato al punto in cui non uscivo più di casa perché ogni volta che lo facevo le persone mi prendevano in giro”, ha raccontato Papalia, chiamato in udienza come testimone e parte lesa.

Dice di Davi: "Al massimo lui si poteva travestire, visto che ha un compagno”

Papalia, della ‘ndrina dei Barbaro e Papalia, uscito dal carcere pochi mesi prima dell’affissione di quei manifesti, dopo aver scontato 26 anni in cella per omicidio, sequestri e traffici, ha detto di non conoscere Klaus Davi, per poi correggersi: “L’avrò visto qualche volta in televisione e al massimo lui si poteva travestire, visto che ha un compagno”. Papalia, per quei cartelli reputati disonorevoli, aveva denunciato il massmediologo perché, secondo lui, aveva “leso la sua reputazione”. Davi sarà sentito in udienza il 1 dicembre.

 

Seguici sui nostri canali