CESATE

Dipendenti e dirigenti maltrattavano i pazienti disabili di “Sogno Verde Cooperativa sociale onlus”

Dal 2007 maltrattavano i pazienti disabili della cooperativa di Cesate.

Dipendenti e dirigenti maltrattavano i pazienti disabili di “Sogno Verde Cooperativa sociale onlus”
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Dipendenti e dirigenti maltrattavano i pazienti disabili di “Sogno Verde Cooperativa sociale onlus”.

Dipendenti e dirigenti maltrattavano i pazienti disabili di “Sogno Verde Cooperativa sociale onlus”

Come riportato dai colleghi di Primamilanoovest, dal 2017 a oggi, all’interno della cooperativa sociale di Cesate “Sogno Verde Cooperativa sociale onlus”, che dava alloggio a nove pazienti adulti con disabilità psichiche accertate, maltrattavano ripetutamente gli ospiti della residenza cui dovevano fornire assistenza, sottoponendoli a continue vessazioni e violenze.

A seguito di una rapida indagine dei carabinieri di Busto Arsizio, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano, sono stati sottoposti agli arresti domiciliari i due gestori della cooperativa. Misure cautelari anche per i cinque operatori che lavoravano all’interno della struttura: due sono stati sottoposti all’obbligo di dimora nel comune di residenza e per altri tre è scattata la sospensione per sei mesi dell’attività di educatore socio assistenziale.
Le accuse sono sono di maltrattamenti ripetuti nei confronti degli ospiti della residenza.
I familiari delle vittime li avevano affidati a “Sogno Verde Cooperativa sociale onlus” per ragioni di cura, vigilanza e invece i nove pazienti adulti con disabilità psichiche accertate erano sottoposti a quotidiane vessazioni e violenze: percosse, insulti, stazionamenti, offese, veniva gettata loro addosso acqua fredda, venivano puniti fisicamente e psicologicamente.

Ogni giorno i pazienti venivano offesi con frasi come “sei scemo, non capisci un c***o”, “fai schifo”, “sei un animale” e molto altro. Frequentemente i disabili venivano denigrati ricordando loro gli handicap di cui erano portatori. Quando gli ospiti della cooperativa non eseguivano correttamente o prontamente ciò che veniva detto loro di fare (mangiavano in maniera scomposta, non si alzavano prontamente dal letto la mattina) venivano inflitte loro una serie di punizioni fisiche e psicologiche: non li facevano mangiare, gli gettavano acqua gelata addosso per farli svegliare e lasciandoli per ore con gli indumenti bagnati.
Quotidianamente, quando gli ospiti si trovavano in luoghi comuni della struttura, venivano obbligati a spogliarsi e mostrare le mutande a tutti; nel caso fossero sporche dovevano andare immediatamente a lavarle. Chi non mangiava in modo composto veniva obbligato ad indossare una bandana di stoffa legata in testa e collegata ad un bastone di legno inserito nella cintura dei pantaloni così da costringerli a tenere la schiena dritta.

Natalina De Fanti, direttrice e fondatrice della comunità, è ora agli arresti domiciliari così come Francesco Castoldicustode notturno della comunità. Il marito della De Fanti, Gaetano Picozzi, rappresentante della società ha invece l’obbligo di dimora nel proprio comune di residenza come anche Vladimeri Katsarava, dipendente come custode notturna. A Daniele Siani (socio e responsabile dei educatori), Daniela Gazzea e Giulia Basinotti (entrambe dipendenti in qualità di Asa) è stata sospesa temporaneamente l’attività di educatore di comunità e di Ausiliare Socio Assistenziale per sei mesi.

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