I Carabinieri di San Donato Milanese hanno arrestato un uomo di 38 anni, già noto alle forze dell’ordine, accusato di aver aggredito e violentato una ragazza di 20 anni. La vittima e il suo aggressore si erano conosciuti su una chat online e si erano incontrati per la prima volta di persona.
Incontro su Telegram si trasforma in incubo
SAN DONATO MILANESE – La vicenda risale al 9 settembre, quando la ragazza ha accettato di incontrare l’uomo, conosciuto in precedenza su Telegram. L’appuntamento, tuttavia, si è trasformato in un incubo: secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 38enne avrebbe costretto la giovane a salire in auto, bloccando le serrature per impedirle la fuga. Qui, sotto la minaccia di un coltello, l’avrebbe picchiata, afferrata per il collo e violentata, tentando anche di rapinarla.
La vittima ha reagito
Nonostante il panico, la 20enne è riuscita a reagire. Con un colpo inaspettato, è riuscita a sferrare un pugno all’aggressore, liberandosi dalla sua presa. In un momento di lucidità, mentre l’uomo fuggiva in auto, la giovane ha avuto la prontezza di riprenderlo con il suo cellulare, immortalando anche la targa del veicolo. Questo dettaglio si è rivelato cruciale per le indagini.
Subito identificato
Le immagini e le informazioni fornite dalla vittima sono state decisive per i Carabinieri, che hanno rapidamente identificato e rintracciato il sospettato. Il 38enne, residente in zona, è stato fermato e, su ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari di Milano, è stato trasferito nel carcere di San Vittore. Le accuse nei suoi confronti sono pesantissime: violenza sessuale, tentata rapina aggravata e porto di armi o oggetti atti a offendere.
Un pericoloso modus operandi
La figura dell’arrestato, così come delineata nel provvedimento del gip, rivela un quadro allarmante. L’uomo era stato già condannato lo scorso 17 marzo per reati simili commessi nel 2023, sempre con lo stesso modus operandi. L’ordinanza parla esplicitamente di una “condotta predatrice sistemica, frequentissima, raffinata e molto pericolosa”, con una ricerca mirata di vittime attraverso le piattaforme social.
La Procura ha evidenziato la “serialità” dei suoi atti, sottolineando come l’approccio con giovani donne sui social network fosse una strategia ben definita e reiterata nel tempo. Questo arresto, dunque, non è solo la conclusione di un’indagine, ma spezza un ciclo di violenze.