Il Tribunale del Riesame concede a Tatarella i domiciliari

Sulla questione della scarcerazione era intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati

Il Tribunale del Riesame concede a Tatarella i domiciliari
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Il Tribunale del Riesame concede a Tatarella i domiciliari.

Il Tribunale del Riesame concede a Tatarella i domiciliari

MILANO – Arresti domiciliari per Pietro Tatarella, l’ex consigliere comunale di Milano arrestato a maggio per corruzione e appalti pilotati, finito nella maxi inchiesta della Dda milanese che aveva fatto luce su un sistema di tangenti che ha coinvolto politici, tecnici e imprenditori.

Il provvedimento

Tatarella è accusato di associazione per delinquere, corruzione e finanziamento illecito. Il Tribunale del Riesame di Milano ha deciso per la scarcerazione: il politico forzista, difeso dai legali Nadia Alecci e Luigi Giuliano, ha ottenuto gli arresti domiciliari dopo quasi quattro mesi dietro le sbarre. I legali dell’azzurro Tatarella hanno portato avanti con convinzione l’innocenza del proprio assistito sull’accusa di corruzione.

L'accusa

Secondo gli inquirenti, l’imprenditore cesanese, titolare della Ecol Service di Corsico, Daniele D’Alfonso, avrebbe pagato ogni mese il politico per ottenere appalti importanti per la sua azienda di bonifiche. I difensori di Tatarella avevano chiesto la scarcerazione e l’ottenimento degli arresti domiciliari mettendo in luce la fragilità psicologica del proprio assistito in seguito ai quattro mesi di carcerazione, alla decisione “inspiegabile” di trasferirlo dal carcere di Opera a quello di Busto Arsizio e al regime di alta sorveglianza mantenuto per oltre due mesi, con la concessione di un’ora d’aria fuori dalla cella. Per la difesa, inoltre, è stato il sindacalista Sergio Salerno a tenere i rapporti tra D’Alfonso e l’allora ad di Amsa Mauro De Cillis, il quale avrebbe garantito appalti importanti all’imprenditore corsichese.

Pietro Bussolati

Sulla questione della scarcerazione era intervenuto anche il consigliere regionale del Pd Pietro Bussolati: “Pietro Tatarella è in carcere da più di 3 mesi, in attesa di un processo. Due mesi li ha fatti in isolamento con un’ora d’aria. L’ultimo mese è stato spostato in un altro carcere dove le misure di isolamento sono state allentate (trasferimento comunicato alla famiglia dopo che è avvenuto). Inaccettabile, perché sia che Tatarella sarà ritenuto colpevole che innocente si tratta di una detenzione preventiva senza che il processo sia nemmeno iniziato”. E sull’ottenimento della scarcerazione: “Sono contento che a Tatarella sia stata concessa la misura degli arresti domiciliari, a seguito della decisione del Tribunale del Riesame – ha scritto Bussolati sui social –. Ovviamente senza voler minimamente entrare nel merito della vicenda giudiziaria su cui occorre fare luce fino in fondo. Credo che questa storia possa farci agire per ridurre i tempi della carcerazione cautelare preventiva”.

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