Estorce denaro al genero, chi è la donna di Cesano arrestata a Trezzano
La donna rivendicava il passato criminale del marito, affiliato alle cosche della 'ndrangheta.
Estorce denaro al genero, chi è la donna di Cesano arrestata a Trezzano.
Estorce denaro al genero, chi è la donna di Cesano arrestata a Trezzano
CESANO BOSCONE – Per costringerlo a pagare lo minacciava, gli metteva paura. “Dammi soldi o finisci male, te e la tua famiglia. Lo sai chi sono io”. Rosaria Vaccarella ha 55 anni. A Cesano da sempre, la conoscono tutti. Un po’ per il suo burrascoso passato (e presente), un po’ per la famiglia, in particolare i figli, che girano a Cesano e vengono riconosciuti come ragazzi violenti, che non hanno paura neanche di pestarsi in mezzo alla strada.
Gli episodi passati
Come quella volta che il nome della figlia di Rosaria era finito sui muri del Tessera, insultata, additata come infame e collaboratrice dei carabinieri. Il fratellastro l’aveva massacrata in pieno giorno, sotto gli occhi di tutti (per fortuna qualcuno aveva provato ad aiutarla). Pochi giorni dopo l’hanno arrestata, e qualcuno in città ha tirato un sospiro di sollievo, dicendo che almeno sarebbe rimasta lontana da certi giri e dalle botte.
La richiesta di soldi
Da quando era finita in carcere, ad aprile, per un cumulo di pena da scontare, la madre, Rosaria Vaccarella, aveva iniziato a chiedere soldi ogni mese al fidanzato della figlia. Mille euro, per il sostentamento della figlia in carcere, giustificava la richiesta. Obbligato a pagare, un 42enne di Trezzano che era così impaurito della donna da aver chiesto un finanziamento in banca per poter versare la busta ogni mese.
Un passato complicato
Aveva anche cambiato le sue abitudini: non dormiva più a casa, si era messo una brandina nella ditta dove lavorava. Il terrore era dovuto al passato (e nenanche troppo remoto) della famiglia, ai legami, agli intrecci che farebbero paura a chiunque. Vaccarella, per costringere il genero a pagare, rivendicava proprio quel passato fatto di violenza. Era la moglie di Giuseppe Sciascia, uomo conosciuto a Cesano per i suoi legami con i feroci Barbaro. Nel 1994 era finito nelle carte dell’operazione Corsico 94 che aveva smantellato l’organizzazione di trafficanti di droga e armi legata alla ‘ndrangheta con a capo proprio esponenti della famiglia Barbaro, al tempo sovrani dei traffici di cocaina, con movimenti di 6 chili al mese dalla Locride alla Lombardia.
Nell’inchiesta ci era finito anche Sciascia, insieme a un’altra decina di affiliati. Ma Giuseppe in città lo ricordano anche per un altro episodio, avvenuto nel 1985, quando era poco più che ventenne. Già da ragazzo aveva mostrato insolenza, persino davanti ai carabinieri che volevano arrestarlo. L’accusa era di aver disertato il servizio militare. Trovandosi di fronte i militari, Sciascia non aveva esitato a tirare fuori la pistola calibro 7.65 e a sparare un colpo in direzione dei carabinieri, per fortuna mancandoli. Poi si era dato alla fuga, nascondendosi prima sui tetti dei palazzoni di via Diaz a Cesano, poi nei bidoni dell’immondizia dei cortili. Tre ore di ricerche, poi la beffa: un colpo partito per sbaglio dalla pistola ha richiamato l’attenzione dei carabinieri e l’hanno preso.
Poi, una vita fatta di spaccio, di armi, di delinquenza. È morto una decina di anni fa: un incidente in moto. Alla camera ardente allestita a Rozzano, ci sono andati tutti i boss della zona, per portargli l’ultimo saluto. L’ex moglie Vaccarella si faceva forte proprio del pesante passato del marito per estorcere denaro al genero. Un passato che fa paura, che ha costretto per mesi l’uomo a versare la busta con i contanti. Poi, l’intervento dei carabinieri di Trezzano, guidati dal comandante Michele Cuccuru, ha messo fine all’incubo. Indagini serrate, pedinamenti, alla fine ce l’hanno fatta: l’hanno beccata mentre metteva in borsa l’ennesima busta coi soldi. Accusata di estorsione, è in attesa del processo per direttissima.
Francesca Grillo