Esce dal carcere Domenico Perre, sequestratore della Sgarella: concessi i domiciliari

Accolta la richiesta del suo avvocato: "Salute precaria e a rischio per il coronavirus".

Esce dal carcere Domenico Perre, sequestratore della Sgarella: concessi i domiciliari
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Esce dal carcere Domenico Perre, sequestratore della Sgarella: concessi i domiciliari.

Esce dal carcere Domenico Perre, sequestratore della Sgarella: concessi i domiciliari

MILANO – È uscito dal carcere di Opera Domenico Perre, 64 anni, uno dei responsabili del sequestro dell’imprenditrice Alessandra Sgarella, rapita l’11 dicembre 1997 a Milano, in via Caprilli, portata in un covo a Buccinasco, vicino alla Tangenziale, e liberata nove mesi dopo nella locride.

Ha chiesto il regime detentivo domiciliare a Platì, Reggio Calabria

Fu uno dei sequestri più clamorosi all’interno della feroce stagione che portò al rapimento della ‘ndrangheta di decine di persone. Il Tribunale di Milano ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato di Perre, riferendosi allo “stato di salute precario e ai rischi di contagio da coronavirus” e appellandosi al “senso di umanità. L’età lo descrive inoltre come tipico soggetto a rischio”. Il legale di Perre, in carcere da oltre 20 anni, ha chiesto quindi il regime detentivo domiciliare (a Platì, Reggio Calabria), concesso dal Tribunale.

Il sequestro Sgarella nel dicembre 1997

Ci sono voluti nove mesi prima del ritorno a casa della Sgarella, deceduta nel 2011 affaticata da un male incurabile, proprio mentre le forze dell’ordine catturavano gli ultimi responsabili del suo rapimento. La richiesta del gruppo di sequestratori, tutti di origini della provincia reggina ma molti domiciliati al tempo nel Sud Milano, fu altissima: 50 miliardi di lire all’epoca. Le trattative ridussero poi la richiesta a 15 e 5 miliardi, somma che la famiglia dell’imprenditrice non confermò mai di aver versato ai rapitori.

La fece liberare il boss Giuseppe Barbaro in cambio di favori carcerari

Secondo le ricostruzioni fatte dopo le intercettazioni, fu il boss Giuseppe Barbaro (u nigru) a decretare la liberazione della Sgarella, in cambio di favori carcerari. A incastrare i sequestratori del clan Lumbaca furono invece le intercettazioni tra i rapitori dopo la liberazione dell’imprenditrice.

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