ennesimo femminicidio

Donna uccisa a coltellate in casa: arrestato il marito. A dare l’allarme la figlia di 10 anni

In passato la donna aveva denunciato il marito per violenze ed era stato attivato il codice rosso

Donna uccisa a coltellate in casa: arrestato il marito. A dare l’allarme la figlia di 10 anni
Pubblicato:

L'ennesimo femminicidio si è consumato nella serata di sabato scorso a Settala, dove una donna di 43 anni, di origine marocchina, è stata trovata priva di vita nella camera da letto della sua abitazione. A ucciderla è stato il marito, 50 anni, ora in stato di fermo con l’accusa di omicidio aggravato.

Donna uccisa in casa: arrestato il marito. A dare l’allarme la figlia di 10 anni

SETTALA - Una tragedia annunciata. Amina Sailouhi, 43 anni, è stata uccisa a coltellate sabato sera dal marito, Khalid, 50 anni, nel loro appartamento di via Cerca a Caleppio, frazione di Settala, nel sudest milanese.

A chiamare i soccorsi, con voce tremante, è stata la figlia di 10 anni, testimone diretta dell’omicidio. La piccola ha contattato il 118 attorno alle 23: “Papà ha ucciso la mamma”. Quando i carabinieri sono arrivati, l’uomo, in evidente stato di ubriachezza, è stato trovato all’ingresso del palazzo. Continuava a ripetere: “L’ho ammazzata, l’ho ammazzata…”.

La mattanza sotto gli occhi della figlia

Secondo le prime ricostruzioni, il femminicidio si è consumato intorno alle 21.30. Dopo cena, mentre la moglie si stava preparando per andare a dormire, Khalid avrebbe afferrato un coltello da cucina e colpito la donna una dozzina di volte, lasciandola esanime in camera da letto, accanto al materasso appoggiato a terra.

Un dettaglio agghiacciante raccontato dagli investigatori: l’uomo, subito dopo l’omicidio, si sarebbe inginocchiato a pregare davanti al corpo della moglie. La bambina, probabilmente scioccata e impietrita dalla scena, ha preso il telefono solo un paio d’ore più tardi per chiedere aiuto. Poi è scesa di corsa per tre piani, seguita dal padre seminudo.

Una violenza che aveva già un precedente

Non era la prima volta che Amina veniva aggredita. Come riporta il Giorno, nel novembre 2022 la donna aveva sporto denuncia contro il marito per maltrattamenti. Anche allora erano intervenuti i carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese, nello stesso appartamento dove sabato sera è avvenuto il delitto. Dopo quella denuncia, era stata attivata la procedura prevista dal “codice rosso”, ma a quanto emerso, nei confronti dell’uomo non fu adottato alcun provvedimento restrittivo.

La famiglia era seguita dai servizi sociali

Il sindaco di Settala, Massimo Giordano, ha confermato che la famiglia era monitorata dai servizi sociali: “Era stata segnalata da tempo e tutte le procedure di controllo e assistenza erano state attivate”. Nonostante ciò, non è stato sufficiente a evitare l’escalation di violenza culminata con l’omicidio.

L’uomo in carcere, la bambina sotto protezione

Khalid, che lavorava per un’azienda di impianti di condizionamento, è stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato e trasferito nel carcere di San Vittore. Il pubblico ministero Antonio Pansa ha seguito le indagini sin dalle prime ore e presenterà a breve la richiesta di convalida dell’arresto al giudice per le indagini preliminari.

I carabinieri hanno raccolto alcune testimonianze tra i vicini di casa: una residente avrebbe raccontato che il 50enne era spesso molesto e dedito all’alcol. La bambina verrà ascoltata nei prossimi giorni in un’audizione protetta, alla presenza di uno psicologo e su disposizione della magistratura minorile. La piccola, nel frattempo, sarà affidata a uno zio materno. L’appartamento della tragedia è stato posto sotto sequestro.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali