Ditte trasformate in dormitori: un punto in comune tra i tre casi

Le tre pelletterie di Buccinasco hanno un punto in comune, sono seguite da quello che nelle carte viene definito il "ragioniere dei Barbaro".

Ditte trasformate in dormitori: un punto in comune tra i tre casi
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Ditte trasformate in dormitori: un punto in comune tra i tre casi.

Ditte trasformate in dormitori: un punto in comune tra i tre casi

BUCCINASCO – C’è un filo conduttore che unisce le tre aziende finite nel mirino delle forze dell’ordine, in seguito ai controlli scattati dai tecnici del Settore Urbanistica ed Edilizia privata. All’apparenza le tre ditte hanno in comune solo l’attività che svolgono: realizzazione di borse (che vanno a finire nelle vetrine anche di case di moda importanti). Pelletterie, insomma. Dove all’interno lavorano dipendenti cinesi.

Lo stesso commercialista

Tutte e tre le ditte sono gestite da imprenditori cinesi, ma sembrano apparentemente scollegate tra loro. Il punto in comune è uno: lo stesso commercialista. Ed è un nome noto a Buccinasco, perché finito nelle carte delle inchieste antimafia. È Rocco Perchiazzo, originario della provincia di Foggia ma a Buccinasco da diverso tempo, dove ha il suo studio. Lo chiamavano “il ragioniere dei Barbaro” perché era lui a gestire le pratiche della famiglia: il suo nome esce fuori tra le carte, negli schedari dove viene annotato il suo cognome con di fianco il dovuto per le collaborazioni per le pratiche sbrigate. Viene fuori nelle intercettazioni quando altri imprenditori legati ai Barbaro si chiedono se di quell’affare “il ragioniere sa qualcosa”. A lui si rivolgono i coniugi Serafina Papalia (figlia del boss Rocco, in una casa lavoro in Abruzzo da quasi un anno) e Salvatore Barbaro (dopo una breve latitanza, si è consegnato per scontare la pena dopo la maxi indagine Cerberus per associazione mafiosa). Le pratiche delle ditte Edil Company e Sa.Fran (dei Barbaro e della Papalia) vengono sbrigate dal “ragioniere”, così come viene informato delle compravendite di case da parte della famiglia. Appare spesso nelle carte, ma, doveroso dirlo, è incensurato: nessuna condanna per il “ragioniere dei Barbaro”.

Il sindaco Pruiti

“Una vicenda e un collegamento che merita comunque doverosi approfondimenti”, annuncia il sindaco Rino Pruiti. Perché può essere che sia solo un’incredibile coincidenza che dietro ai tre capannoni, dove sono stati trovati abusi edilizi e soprattutto stanze trasformate in precari dormitori per i lavoratori, il punto di contatto sia il commercialista. Lo stesso che si interessa di sbrigare le pratiche, di fare da referente, anche per i tre imprenditori cinesi a cui è stato ordinato immediatamente lo sgombero dei locali abusivi.

Ulteriori controlli: dato incredibilmente alto della raccolta dei rifiuti dell’indifferenziato

Intanto, proseguono i controlli anche per indagare un altro aspetto, quello che ha dato via ai sopralluoghi: gli accertamenti sulle tre aziende (via Resistenza, via Fermi, via Toscana) sono infatti scattati dal dato incredibilmente (e inspiegabilmente) alto della raccolta dei rifiuti dell’indifferenziato. In pratica, l’immondizia che non finisce nei comparti per il riciclo (il secco insomma) aveva numeri decisamente alti. La spiegazione stava proprio in quelle ditte che esponevano i sacchi neri pieni di rifiuti speciali (colle, vernici, scarti della lavorazioni della pelle) fuori dalle aziende, in attesa del ritiro. Un aspetto su cui il Comune sta proseguendo i controlli per fare luce su tutte le anomalie della vicenda.

Francesca Grillo

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