Cinque manifestanti sono finiti nei guai dopo i disordini del 22 settembre alla stazione Centrale di Milano, tra loro anche anche due minorenni. Oggi sono arrivate le decisioni del Gip di Milano per tutti i cinque arrestati ma a scatenare le polemiche la misura per i due studenti di 17 anni del liceo obbligati ai domiciliari senza nemmeno la possibilità di frequentare la scuola.
Disordini alla Centrale, i due minorenni liceali restano a casa: per loro niente scuola
MILANO – Restano chiusi in casa, senza poter nemmeno andare a scuola. È questa la misura disposta dal gip del Tribunale per i minorenni di Milano per i due studenti di 17 anni del liceo Carducci coinvolti nei disordini di lunedì scorso alla stazione Centrale.
Dopo tre giorni trascorsi al carcere minorile Beccaria, i ragazzi sono tornati nelle rispettive abitazioni, ma con l’obbligo di permanenza a casa, l’equivalente dei domiciliari per i maggiorenni, e senza l’autorizzazione a frequentare le lezioni.
I legali annunciano ricorso: “un meccanismo giudiziario perverso”
Il provvedimento ha sollevato le proteste dei difensori, Mirko Mazzali e Guido Guella, che annunciano ricorso:
“Non siamo assolutamente soddisfatti della decisione del gip, che non tiene conto del video che abbiamo prodotto e di tutta la situazione personale e familiare dei ragazzi. Basti solo dire che i maggiorenni sono con l’obbligo di firma e i minorenni con l’obbligo di permanenza a casa. Le condotte contestate erano le stesse, ma per un meccanismo giudiziario perverso un giudice ha deciso che bastasse l’obbligo di firma e un altro che andassero ai domiciliari. Peraltro non autorizzando nemmeno la possibilità di andare a scuola”.
Il giudice Antonella De Simone, come riporta Il Giorno, ha però ritenuto che i due abbiano avuto “comportamenti violenti” nei confronti della polizia durante il tentativo di sfondare il cordone che difendeva l’ingresso dello scalo ferroviario. Secondo l’ordinanza, i minorenni non si sarebbero fermati quando avrebbero potuto, ma avrebbero preso parte attivamente agli scontri.
Nell’interrogatorio i due studenti hanno sostenuto di essere stati coinvolti solo nelle prime fasi del corteo e di non aver partecipato ad alcun atto di violenza. I loro legali hanno prodotto in aula un filmato che, a loro dire, dimostrerebbe che la ragazza si trovava in un’altra zona rispetto ai momenti più concitati.
I provvedimenti della Procura dei 5 arrestati
Intanto il bilancio delle prime decisioni giudiziarie dopo l’assalto di lunedì alla Centrale vede cinque arresti convalidati su cinque: un trentaseienne è stato rimesso in libertà senza misure cautelari perchè secondo il giudice risulta ben integrato nella società “ha un lavoro stabile in campo informatico e una casa di proprietà per la quale sta pagando un mutuo e non vi è alcun elemento che possa fondare anche solo il sospetto che sia collegato alle galassie di estrema sinistra o anarchiche ovvero ancora a gruppi violenti”.
Due universitarie – una alla Bicocca e l’altra all’Accademia di Brera – militanti del centro sociale Lambretta sono state scarcerate con l’obbligo di firma. Diversa la sorte per i due liceali, che resteranno ai domiciliari almeno fino alla prossima valutazione del tribunale.
La conferenza stampa di stamattina al centro sociale Lambretta contro l’arresto dei minori
Un appello affinché i minorenni arrestati per gli scontri avvenuti lunedì scorso davanti alla Stazione Centrale possano tornare a frequentare le lezioni, è stato lanciato oggi in una conferenza stampa convocata al centro sociale Lambretta di via Rizzoli dalla senatrice di Avs Ilaria Cucchi, dal fumettista Zerocalcare, dall’europarlamentare dei Verdi Benedetta Scuderi, che si è collegata dall’imbarcazione della Global Sumud Flotilla in navigazione per Gaza, e dai militanti del centro sociale.
Presente anche Cristina Veronese, la madre di una dei due minorenni, frequentatori del Lambretta, che sono stati arrestati e successivamente posti agli arresti domiciliari per sei mesi:
“Mia figlia ha 17 anni. Quella mattina è uscita determinata e forte per ribadire questa sua partecipazione e per ribadire che è contro a quello che sta succedendo. Mia figlia non è certo uscita col desiderio di distruggere vetrine o ferire chicchessia come ha detto qualcuno ieri, quando noi indichiamo il genocidio gli stolti guardano la vetrina”, ha spiegato Veronese.
“Questa mattina sono arrivato alla Stazione Centrale e non c’è nessun segno di questa incredibile devastazione che è stata raccontata dai nostri governanti: la stanno pagando tutta gli arrestati e i denunciati. – ha detto Zerocalcare – Penso che sia importante che ci siano delle voci pubbliche che non accettino la logica del capro espiatorio rispetto ai fatti che sono successi, che sono molto più risibili rispetto al clima che c’è stato costruito intorno. Adesso delle persone rischiano di pagare a causa di tutto quello che è stato detto e fatto, che è molto lontano dalla realtà e dall’entità di quello che è successo. Gli arrestati, in particolare, sono quelli nella situazione più gravosa, ma anche quelli che sono stati denunciati, anche se a piede libero, subiranno dei provvedimenti che stanno scontando non tanto quello che appunto è successo in piazza o alla stazione”.
A nome del Lambretta la dichiarazione di Ibnou
“Eravamo tra i partecipanti della manifestazione dello sciopero generale del 22, che è stato uno sciopero oceanico e che è stato anche ripreso da diverse testate internazionali fuori dall’Italia. La manifestazione è stata imponente non solo nella città di Milano, ma come sapete nella città di Milano la gestione è stata differente. Il Lambretta ha sempre fatto tutto alla luce del sole, e assolutamente rigettiamo le accuse di esserci presentati in gruppi isolati: c’era una piazza che aveva intenzione di fare ciò che era successo in altre città, quindi occupare infrastrutture, la sciopero aveva come motto ‘Blocchiamo Tutto’, quindi sicuramente le intenzioni erano chiare”.