Coprifuoco e lockdown dalle 21: attesa per nuovo Dpcm

Dovrebbe restare in vigore fino al 4 dicembre 2020.

Coprifuoco e lockdown dalle 21: attesa per nuovo Dpcm
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Coprifuoco e lockdown dalle 21: attesa per nuovo Dpcm.

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Nessun blocco totale generalizzato, ma pesare le nuove restrizioni a seconda della gravità della pandemia nei vari territori. Si parla di attività chiuse sin dalle 18, più un lockdown dalle 21 con tutti quanti costretti a rimanere a casa: è questa la drastica misura che il Governo sembrerebbe intenzionato a introdurre, al massimo entro domani, martedì 3 novembre 2020. Il nuovo Dpcm, il quarto in poche settimane che il premier Giuseppe Conte s’appresta a firmare, vuole ridimensionare così i contagi “desertificando” le città da quando è possibile, ovvero dalla prima fascia dopo lavoro fino al giorno dopo, per abbattere i contatti fra le persone e così anche l’indice dei contagi. Dovrebbe essere in vigore fino al 4 dicembre 2020.

Il premier Conte in Parlamento

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato questa mattina (lunedì 2 novembre 2020) alla Camera le nuove restrizioni previste nel prossimo Dpcm che sarà in vigore presumibilmente da mercoledì 4 novembre.

“L’Italia non ha i numeri elevati di contagi che hanno gli altri paesi –  ha spiegato il premier –  la seconda ondata è partita più a rilento qui nel nostro paese. La capacità dei nostri ospedali e delle terapie intensive è stata incrementata notevolmente e non è ancora sotto pressione, dunque non abbiamo la necessità di ricorrere ad un lockdown generalizzato”.

Comitato tecnico scientifico

Assieme ai comitato tecnico scientifico è stata stilata una lista di diverse variabili per calcolare la gravità dei contagi nelle varie realtà italiane. Dunque non solo il famoso Rt ma anche il numero di pazienti sintomatici, non gravi o completamente senza sintomi, il numero dei posti letto occupati e quelli liberi e altri fattori ancora. Seguendo questi dati sono state stilate 3 fasce di gravità e a seconda del coefficiente di rischio calcolato le regioni o anche solo le province dovranno ricorrere a ulteriori restrizioni dettate dal ministro della Salute Roberto Speranza.

In pillole:

-Chiusura di centri commerciali nei festivi e prefestivi tranne per i supermercati, farmacie, parafarmacie, edicole e tabaccai all’interno.
-Chiusura spazi scommesse all’interno di altri esercizi.
-Chiusura musei e mostre.
-Dimezzato il numero di passeggeri nei mezzi pubblici.
-Restrizioni per entrata e uscita dalle Regioni a elevato rischio.
-Coprifuoco in serata.
-Scuole secondarie passeranno interamente alla didattica a distanza.

Coprifuoco

Attività chiuse, ma anche tutti chiusi in casa dalle 18 o dalle 21. Il tutto al netto come sempre di esigenze da comprovare (con autocertificazione) di saluto e o di carattere lavorativo. Questa mattina, lunedì 2 novembre 2020, il sottosegretario al ministero del Lavoro, Francesca Puglisi in un’intervista a Sky Tg 24 ha parlato di un accordo raggiunto nella maggioranza e con le regioni per le 21, mentre ieri la proposta era di far partire il tutto dalle 18.

Blocco delle regioni

Poi c’è sul piatto anche il possibile blocco della mobilità tra le regioni, con il divieto a spostarsi soprattutto per le regioni con il più alto indice Rt (Emilia-Romagna, Piemonte e Lombardia, più le province di Trieste e Caltanissetta, Brindisi e Bolzano).

Centri commerciali e musei

Ancora, la guerra dichiarata agli assembramenti vede in prima linea i centri commerciali, da chiudere nel weekend (tranne per le parti alimentari e le farmacie). Nelle tabaccherie verranno spente slot e giochi. Prevista anche la chiusura dei musei, dopo cinema e teatri.

Scuola

Venendo alla scuola, è possibile che la didattica a distanza venga estesa dalla terza media in su in tutto lo Stivale.

Zone rosse

Infine, il capitolo più delicato: eventuali zone rosse locali come quella di Codogno, che ci riporta con la mente ormai a otto mesi fa, saranno facoltà dei governatori locali, che potranno decidere anche per la serrata totale delle attività e pure per la chiusura delle scuole, se necessario.

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