Colpi ai bancomat in Italia e all'estero: presa la banda degli hacker VIDEO

Furti aggravati ai danni di sportelli bancomat, con la tecnica cosiddetta “Black Box”.

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Colpi ai bancomat in Italia e all'estero: presa la banda degli hacker.

Colpi ai bancomat in Italia e all'estero: presa la banda degli hacker

MILANO – I carabinieri del Comando Provinciale di Monza Brianza hanno eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura della Repubblica di Monza, nei confronti di cittadini moldavi, di età compresa tra i 23 e i 39 anni.

Sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati ai danni di sportelli bancomat, con la tecnica cosiddetta “Black Box”.- Gli arrestati sono residenti nelle province di Monza e della Brianza, Milano, Bologna, Modena, Vicenza, Mantova e Parma.

Dalla Lombardia all'Italia e all'estero

L’indagine, avviata dal Nucleo Investigativo di Monza a settembre e portata avanti con pedinamenti, appostamenti e attività tecniche, ha consentito di documentare l’esistenza di un’organizzazione criminale molto attiva in Lombardia, i cui sodali pianificavano, in Italia e all’estero, numerosi attacchi informatici ai danni di sportelli bancomat. La tecnica consisteva nell’accreditarsi come “amministratore di sistema” per poi ottenere l’erogazione di tutto il contante. L’organizzazione criminale era composta complessivamente da 12 persone: oltre ai sei arrestati, tre si trovano già in carcere in Polonia, uno è rientrato in Moldavia prima di essere fermato e due potrebbero non essere più sul territorio italiano.

Il modus operandi

I malviventi, suddivisi in tre squadre, dopo aver colpito alcuni obiettivi in Italia, si sono trasferiti in Polonia, in Repubblica Ceca e in Lituania, facendo infine rientro in Italia a seguito dell’arresto, in Polonia, di un’intera squadra durante un tentativo di furto a uno sportello bancomat. Il modus operandi era sempre lo stesso: nella fase esecutiva, i malviventi dopo aver estratto mediante effrazione il pannello della luce di cortesia (per i postamat) o aver creato un foro nella parte laterale della tastiera (per gli Atm degli istituti di credito) e aver avuto accesso al multicavo seriale, collegavano un device (un pc) a un router esterno, consentendo così a un team di hacker, originari dell’Est Europa, di inoculare da remoto un malware capace di forzare l’accesso del sistema operativo e quindi di lanciare il comando di erogazione delle banconote.

Almeno 35 i bancomat assaltati

I componenti della banda, che avevano a disposizione numerose basi logistiche sparse tra le province di Milano, Monza, Bologna, Modena, Roma, Viterbo, Mantova, Vicenza e Parma, per ogni obiettivo adottavano molteplici e maniacali accortezze per eludere le indagini: utilizzo di macchine intestate a prestanome, generalità diverse, continuo ricambio di utenze cellulari. Pianificavano nel dettaglio ogni attività, ognuno con un compito ben preciso. Almeno 35 gli assalti ai bancomat, tra tentati e consumati, ed è in corso di verifica la responsabilità del gruppo per oltre 20 ulteriori colpi. In totale, la banda ha intascato circa 800mila euro per i furti commessi nell’arco di soli sette mesi, di cui alcuni anche all’estero.

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