in attesa della sentenza

Chiesti 7 anni di reclusione per Shiva. Il rapper: "Non sono un criminale"

La sentenza, attesa per il 10 luglio, arriverà dopo l’udienza in cui i suoi difensori spiegheranno le loro motivazioni

Chiesti 7 anni di reclusione per Shiva. Il rapper: "Non sono un criminale"
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Dal febbraio scorso il trapper corsichese Shiva si trova agli arresti domiciliari: era stato arrestato per aver sparato l'11 luglio 2023 contro due uomini che avevano cercato di aggredirlo nel cortile della sua casa discografica a Settimo Milanese. La pm milanese ha chiesto per lui 7 anni di reclusione, per il 10 luglio è attesa la sentenza.

Chiesti 7 anni di reclusione per Shiva. Il rapper: "Non sono un criminale"

CORSICO – Sette anni di reclusione per Shiva, sono stati chiesti dal pm di Milano Daniela Bartolucci.

Colpi di pistola nel suo studio di registrazione a Settimo Milanese

Il 24enne Andrea Arrigoni, in arte Shiva, è sotto processo abbreviato per la sparatoria dell’11 luglio dello scorso anno. Il giovane aveva sparato alle gambe a due rivali (della cerchia del rapper Rondo Da Sosa) che si erano introdotti all’interno del cortile dello studio di registrazione a Settimo Milanese del cantante.

I due erano rimasti feriti, per fortuna non in pericolo di vita, e Shiva, incastrato dai filmati delle telecamere, era finito in carcere per tentato omicidio, porto abusivo dell’arma da fuoco utilizzata e ricettazione, sempre dell’arma.

Il 10 luglio la sentenza

La sentenza, attesa per il 10 luglio, arriverà dopo l’udienza in cui i difensori di Arrigoni (Daniele Barelli e Marco Campora) spiegheranno le loro motivazioni. Il 3 luglio, data fissata per l’udienza, i legali ribadiranno quanto già espresso: “Non ha fatto altro che difendersi da violente aggressioni”.

Il rapper: "Stavo subendo una spedizione punitiva, avevo timore per l’incolumità mia e dei miei collaboratori"

Shiva, attraverso dichiarazioni spontanee, ha espresso che:

“Questa esperienza mi ha sconvolto completamente la vita, sento dentro di me anche il peso di aver dato un pessimo esempio ai tanti ragazzi che mi seguono e apprezzano le mie canzoni, di averli delusi con il mio comportamento. I mesi in carcere mi hanno fatto riflettere sull'importanza del mio ruolo di artista, so di essere un veicolo di valori e mi impegnerò, attraverso la mia musica, a trasmettere messaggi ed esempi più sani e soprattutto a non dar più spazio e importanza a stupide rivalità che nulla hanno a che vedere con la musica.

Vorrei solo ritornare a fare la mia musica e ho perfettamente compreso gli errori fatti in passato. Sono una persona diversa, molto più responsabile. Mai più mi troverò in situazioni come quella oggetto del processo, perché voglio essere un esempio per mio figlio e per tutti i miei fan. Ho mirato volutamente al suolo, non era mia intenzione nemmeno ferirli, volevo solo intimidirli e farli allontanare il prima possibile dalla mia proprietà privata.

Se avessi voluto ucciderli o ferirli avrei mirato al busto o alla testa. Non sono un criminale, non ho condanne o precedenti. Stavo subendo una spedizione punitiva, avevo timore per l’incolumità mia e dei miei collaboratori. Ho chiaramente sbagliato perché avrei dovuto denunciare il tutto, ma stupidamente ritenevo che ciò non mi avrebbe tutelato abbastanza”.

 Da febbraio è agli arresti domiciliari

Il cantante si trova agli arresti domiciliari da febbraio, da quando è stato rilasciato dal carcere. Alcuni giorni fa aveva rotto il silenzio sui social pubblicando una foto insieme a suo figlio di pochi mesi.

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