Carcere di Opera, aggrediti tre agenti della polizia penitenziaria

Per il sindacato serve una decisione immediata sulle cose da fare per arginare il fenomeno

Carcere di Opera, aggrediti tre agenti della polizia penitenziaria
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Carcere di Opera, aggrediti tre agenti della polizia penitenziaria.

Carcere di Opera, aggrediti tre agenti della polizia penitenziaria

OPERA – La denuncia arriva, ancora una volta, dall’Uilpa, l’Unione Italiana Lavoratori Pubblica Amministrazione, che ha chiesto “alle istituzioni” di intervenire con urgenza su un fenomeno che preoccupa sempre di più gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Opera.

L'ultimo episodio

Un’altra aggressione: «L’increscioso e deplorevole atto è avvenuto durante le consuete operazioni di conta numerica, battitura e controllo delle inferriate: tre agenti sono stati colpiti, uno in pieno volto con un violento pugno, altri due in altre parti del corpo», racconta Francesco Guerriero, responsabile della Uilpa polizia penitenziaria di Opera. Gli agenti sono stati portati al pronto soccorso e curati con prognosi dai tre ai sette giorni per le lesioni subite. “Non è la prima volta – aggiunge il sindacalista –: qualche mese fa uno dei detenuti aveva dato fuoco a un materasso e poi aveva picchiato un ispettore di sorveglianza. Una situazione insostenibile”. Il sindacalista accende i fari in particolare sui problemi legati al reparto “nuovi giunti” dove spesso accadono episodi di violenza ai danni delle forze dell’ordine.

Il segretario Gian Luigi Madonia

“Basta  - aggiunge il segretario regionale del sindacato, Gian Luigi Madonia –, le carceri sono ormai diventate luogo di violenza nei confronti di chi dovrebbe rappresentare la forza e la credibilità dello Stato. Lo stesso Stato che ancora oggi non ha trovato soluzione al fenomeno delle aggressioni e mostra tutta la debolezza di un sistema messo in ginocchio da soggetti che dovrebbero essere quelli da rieducare e reinserire. Non è più tempo dell’indignazione fine a se stessa, serve una decisione sulle cose da fare, un impegno serio, responsabile, immediato”.

Basta rimandare gli interventi

I sindacalisti propongono di “rivalorizzare la formazione del personale e mettere mano a dei protocolli di intervento operativo, per consentire a chi sta in prima linea di migliorare le capacità di autodifesa. Il tema deve essere affrontato con urgenza prima che si perdano troppi “pezzi” in ragione alla demotivazione generata tra il personale e il senso di abbandono che, a sua volta, può determinare disaffezione e scarso attaccamento. Non c’è più tempo per rimandare”.

Francesca Grillo

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