Carcere di Bollate: agente di polizia penitenziaria sequestrato da due detenuti
Volevano aggredire un collaboratore di giustizia, non si sa se per picchiarlo o se con l'intenzione di ucciderlo.
Carcere di Bollate: agente di polizia penitenziaria sequestrato da due detenuti.
Carcere di Bollate: agente di polizia penitenziaria sequestrato da due detenuti
BOLLATE - Un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito da due detenuti di origine campana e poi sequestrato e rinchiuso in una cella.
E' successo ieri sera
Ne dà notizia il sindacato Spp, specificando che l'episodio si è verificato ieri sera intorno alle 22 al carcere di Bollate. Il segretario nazionale del sindacato di polizia penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha raccontato che "i due detenuti di origini campane che si trovavano nel reparto isolamento, dopo essere stati accompagnati in infermeria, hanno aggredito il collega in servizio presso il reparto detentivo, poi hanno preso le chiavi della sezione e lo hanno rinchiuso nella cella". I due hanno approfittato del fatto che erano stati portati poco prima in infermeria e hanno minacciato il poliziotto armati di forbici e lamette.
Volevano aggredire un collaboratore di giustizia
La denuncia si fa ancora più grave, perché - stando a questa ricostruzione - i "due detenuti avevano intenzione di aggredire un collaboratore di giustizia recluso nello stesso reparto, ma non sono riusciti ad aprire la cella dove era rinchiuso". L'agente rimasto chiuso in cella, ha urlato ed è così riuscito ad attirare l'attenzione dei colleghi e a farsi liberare. La liberazione è avvenuta solo dopo "una lunga trattativa con i due rivoltosi" e si è conclusa "senza che nessuno subisse danni", nemmeno il collaboratore di giustizia preso di mira.
La denuncia
Il sindacato Spp denuncia "l'inadeguata condizione lavorativa in cui era costretto a operare l'agente a causa della carenza di organico e "le pessime le condizioni di lavoro in cui si è costretti a operare a rischio della propria vita ogni giorno. In seguito all'episodio la sigla sindacale e il suo responsabile Di Giacomo hanno avviato "una campagna di sensibilizzazione e protesta dal nome "Da solo come soli sono i nostri colleghi, noi le vittime non i carnefici".
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