Bancarotta fraudolenta: ecco come ha chiuso la fonderia di Trezzano
Eseguite diverse perquisizioni, riuscendo a recuperare beni aziendali sottratti alla società trezzanese
TREZZANO – Le accuse sono pesanti per tre imprenditori, un consulente fiscale e un avvocato, responsabili del fallimento di una fonderia di Trezzano sul Naviglio. I cinque, su cui pende il capo di bancarotta fraudolenta aggravata, sono stati arrestati dalla guardia di finanza di Torino: nel capoluogo piemontese era stata infatti trasferita la società poco prima del fallimento, dichiarato lo scorso agosto. Due custodie cautelari in carcere, una ai domiciliari e due obblighi di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.
Gli imprenditori sotto accusa dai finanzieri abitano in provincia di Milano, Pavia e Novara, il consulente fiscale è di Crema e l’avvocato è catanese (per lui, ai domiciliari, anche la sospensione per l’esercizio della professione per un anno). I finanzieri hanno eseguito diverse perquisizioni, riuscendo a recuperare beni aziendali sottratti alla società trezzanese.
Gli appunti che inchiodano
Le fiamme gialle hanno inoltre trovato appunti manoscritti dell'imprenditore e altri documenti «di sorprendente valore confessorio - sottolinea la guardia di finanza di Torino -, descrittivi della natura fraudolenta delle operazioni aziendali, della reale riconducibilità delle società coinvolte nel sistema di frode e del diretto coinvolgimento dei due professionisti». Le sede era stata spostata da Trezzano a Torino e poi negli Emirati Arabi.
La strategia del gruppo era di vendere di nascosto beni aziendali a imprese intestate a prestanome, in modo da toglierne la disponibilità dal patrimonio dell’azienda, per poi dichiararne il fallimento.
Francesca Grillo