Attentati incendiari per estorcere denaro: "Sono un mafioso, prepara i soldi" VIDEO

Vittima un imprenditore che non si è piegato al racket e nonostante la paura ha denunciato.

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Attentati incendiari per estorcere denaro: "Sono un mafioso, prepara i soldi".

Attentati incendiari per estorcere denaro: "Sono un mafioso, prepara i soldi"

SAN DONATO MILANESE – Questa mattina i carabinieri della Compagnia di San Donato Milanese hanno eseguito nella Provincia di Milano e in quella di Varese un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Lodi su richiesta della Procura di Lodi, nei confronti di tre persone ritenute responsabili, a vario titolo, di tentata estorsione aggravata e incendio.

Gli arrestati

Si tratta di R.S., 39enne con precedenti, originario di Gela ma residente a Busto Arsizio (per lui è scattata la custodia cautelare in carcere); R.C., 47enne di Melegnano, anche lui con precedenti (ora agli arresti domiciliari), e B.V., 52 anni, anche lui originario di Gela ma residente a San Donato Milanese, già conosciuto alle forze dell’ordine e ora agli arresti domiciliari. Il provvedimento scaturisce dagli esiti di un’attività d’indagine sviluppata a partire dal mese di marzo dello scorso anno dalla Compagnia di San Donato.

Sodalizio criminale a San Giuliano Milanese e nel sud Milano

Un lavoro intenso che ha consentito di fare luce sul sodalizio criminale attivo a San Giuliano e nel Sud Milano, delineando il ruolo dei singoli nella vicenda e i loro contatti. Le indagini cominciano il 14 marzo quando, nel corso della notte, un noto imprenditore immobiliare che opera a San Giuliano, con un importante volume di affari, subisce l’incendio della sua società immobiliare, al secondo piano di uno stabile di San Giuliano. Gli investigatori accertano subito la natura dolosa dell’incendio, grazie anche al ritrovamento di una tanica con del liquido infiammabile, oltre che di segni di effrazione sulla porta d’ingresso.

“Ma manna a Stidda"

Il 2 aprile, mentre l’imprenditore si sta recando a lavoro con la sua macchina, viene avvicinato davanti al suo ufficio da un uomo, a volto scoperto, che gli dice di appartenere alla mafia, intimandogli di preparare 150mila euro in contanti da consegnare “a chi sa lui”, senza aggiungere altro, facendo poi perdere le proprie tracce. “Ma manna a Stidda - tradotto, mi manda la Stidda -. Prepara centocinquantamila euro entro quinnici iorn…e tu sai a cu rivoggiti ”, sono state le esatte parole utilizzate. Un’intimidazione con chiaro scopo estorsivo, messa in atto rivendicando appartenenza alla mafia. Al rifiuto dell’imprenditore di piegarsi al racket, gli arrestati hanno risposto con altri violenti attentati incendiari.

Diversi attentati incendiari

Nella notte del 27 maggio, con un raid “quasi di matrice militare”, come spiegano gli inquirenti, si sono introdotti all’interno di un cantiere edile di San Giuliano Milanese, appartenente alla società immobiliare presa di mira, e hanno dato fuoco a due grossi camion per il movimento terra, del valore di quasi 300mila euro. Sul luogo dell’evento, i carabinieri repertano molti indizi dell’attentato. Vengono sequestrate bombolette di gas, taniche di benzina e stracci utilizzati come innesco. Pur a fronte del secondo “avvertimento”, l’imprenditore continua a non piegarsi, così nella notte del 4 giugno, sempre a San Giuliano, in un altro cantiere, due degli arrestati, incendiano un container adibito a ufficio vendite degli appartamenti in costruzione. Sul luogo dell’incendio, anche in questo caso, i militari repertano i classici segni di un attentato incendiario e premeditato. Nonostante la paura, l’imprenditore non ha mai ceduto alla richiesta estorsiva e ha denunciato quanto accaduto ai carabinieri, fornendo una collaborazione determinante allo sviluppo delle indagini che hanno portato agli arresti di oggi.

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