Angelo travolto alla fermata dell'autobus. "Non si può morire così"

Il ricordo di amici e familiari. Cordoglio anche dagli amministratori locali.

Angelo travolto alla fermata dell'autobus. "Non si può morire così"
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Angelo travolto alla fermata dell'autobus. "Non si può morire così".

Angelo travolto alla fermata dell'autobus. "Non si può morire così"

CORSICO – Ognuno ha pregato il proprio dio. Anche quelli che non credono, hanno alzato gli occhi al cielo e hanno pregato, sperato con tutte le forze che Angelo si salvasse. La sorella su Facebook a poche ore dall’incidente, aveva pubblicato una preghiera: Dio mio, salvalo. Le persone che hanno assistito alla scena lo hanno visto per terra, sull’asfalto, in condizioni disperate. Hanno pregato che si salvasse, un miracolo.

Quei terribili istanti

Il 26enne alla guida della Hyundai è sceso dalla macchina, dopo aver impattato su quelle parcheggiate lungo via di Vittorio, e ha allargato le braccia, sotto choc e senza realizzare ancora quello che aveva appena provocato. Si è girato verso il ponte di viale Liberazione e anche lui deve aver pregato, mentre vedeva i vigili del fuoco correre, i soccorritori delle ambulanze inginocchiati sui ragazzi travolti, i carabinieri di Corsico che giravano per i rilievi che saranno fondamentali per individuare le responsabilità e la polizia locale, sempre di Corsico, che metteva in sicurezza l’area. Un dispiegamento di forze, di sinergie.

Angelo

Tutti, anche chi era in divisa, ha pregato almeno per un istante. Angelo ci ha provato, ha lottato per tutta la notte. Poi è morto. Troppo grave il trauma cranico, le ferite. Non c’è stato nulla da fare e le preghiere si sono spente, così come la speranza. Angelo De Las Alas, 23 anni, è morto dopo una notte di agonia all’ospedale Niguarda, dove i soccorritori lo avevano portato in condizioni disperate. Viveva a Milano, zona Lorenteggio, Corsico la frequentava spesso. Origini filippine, una passione per lo skate e la musica.

Il ricordo

Lo chiamavano Gelo e famiglia e amici lo ricordano con strazio: “Non riesco ancora a capire. Aspettiamo che ritorni a casa, piangendo, e non so quando queste lacrime smetteranno di scendere. Sei sempre stato gentile e generoso, fin da bambino. Ci mancherai così tanto”, dicono gli amici ricordandolo come un ragazzo sempre allegro, pieno di vita. Una tragedia assurda, inspiegabile. Morire alla fermata dell’autobus, travolti da un guidatore che perde il controllo.

Solo ipotesi per ora sull'esatta dinamica

Lui, il guidatore, 26enne giocatore di basket a Vigevano (serie B)  ma originario di Caronno Pertusella, ha detto che non ricorda nulla. Qualcuno parla di un colpo di sonno, ma saranno le indagini a chiarire l’esatta dinamica e cosa sia successo al 26enne che è uscito fuori strada ed è finito nel controviale di via Di Vittorio, trascinando sul cofano per venti metri il palo della fermata e tirando giù un lampione. Nessun guardrail ha fermato la corsa: proprio dopo il ponte, e quindi la fermata dell’autobus, c’è un’apertura per far immettere le macchine che arrivano da viale Liberazione. Ci è finito dentro, poi la corsa si è fermata con un testacoda.

Ci sono testimoni e qualcuno ha detto che andava veloce, ma per ora sono solo ipotesi. Esclusa quella della guida in stato di ebrezza: l’alcoltest era negativo. Gli inquirenti chiederanno anche i tabulati del telefono per capire se è quella la causa della distrazione che ha portato a travolgere mercoledì pomeriggio il 23enne e due sedicenni, provocando fratture a bacino, femore e piede a uno (ancora in prognosi riservata) e una frattura a tibia e perone all’altro (prognosi 90 giorni).

Le testimonianze

“Gridavano aiuto, c’era sangue ovunque – racconta chi ha visto la scena –. I soccorsi sono arrivati subito, hanno fatto di tutto per provare a salvare il ragazzo, ma era gravissimo. Un ragazzo che aspettava la fermata dell’autobus, come tutti i giorni. Non si può morire così”. L’ultimo pensiero va a Gelo, a cui hanno dedicato un ricordo anche i sindaci della zona, stringendosi al dolore della famiglia che non si dà pace. Una riflessione che coinvolge anche il destino dell’investitore, un ragazzo di 26 anni il cui errore, ancora da chiarire, ha distrutto diverse vite. Compresa la sua.

Francesca Grillo

Francesca Grillo

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