15 milioni dei narcos dietro a finte pareti: i dettagli dell'operazione VIDEO

La scoperta è stata eclatante: all'interno di un'intercapedine gli agenti hanno rinvenuto 28 scatoloni con numerose mazzette di denaro contante.

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15 milioni dei narcos dietro a finte pareti: i dettagli dell'operazione.

15 milioni dei narcos dietro a finte pareti: i dettagli dell'operazione

MILANO - Sono stati svelati i dettagli dell'operazione Flashback, grazie alla quale la Polizia di Milano ha trovato il tesoro del narcotrafficante Massimiliano Cauchi dietro un muro e sequestrati oltre 15 milioni di euro in contante. Nell'operazione sono stati arrestati il trafficante, il padre e il muratore.

Gli arresti nei giorni scorsi

La Polizia di Stato di Milano, dopo l’esecuzione di una serie di perquisizioni delegate dalla Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia a carico di Massimiliano Cauchi, Giuseppe Cauchi, Carmelo Pennisi e un’altra persona a loro legata, ritenute partecipi, a vario titolo, dell’ingente traffico internazionale di hashish gestito da Massimiliano Cauchi nel territorio milanese e in tutto il Centro/Nord Italia, lo scorso fine settimana ha arrestato il trafficante, suo padre Giuseppe Cauchi e il muratore Carmelo Pennisi.

Operazione che fa seguito a quella dell'ottobre 2019

L’operazione di polizia giudiziaria è stata la prosecuzione, in termini investigativi, dell’attività d’indagine che lo scorso ottobre 2019 si è conclusa con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare (4 in carcere, 1 arresto domiciliare e 1 obbligo di dimora) emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale DDA, a carico di Massimiliano Cauchi e di altri 5 cittadini italiani indagati per traffico internazionale di hashish.

L'inizio delle indagini

Le indagini hanno avuto origine il 24 settembre 2018, quando i poliziotti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile milanese hanno arrestato Fabio Papa per la detenzione di 1.100 Kg. di hashish e 589 gr. di cocaina, rinvenuti all’interno di un box in una autorimessa sotterranea tra via Padova e Via Palmanova. La sostanza stupefacente era stata occultata in un’intercapedine costruita ad hoc a ridosso della parete situata nel fondo del box. In tale circostanza fu rinvenuto anche un dispositivo satellitare radar per imbarcazioni marca Garmin nuovo e ancora imballato.

L’attività investigativa che ne è scaturita aveva consentito alla Squadra Mobile di ricostruire la struttura dell’organizzazione criminale dei trafficanti che, con base operativa nell’hinterland milanese, aveva organizzato e finanziato l’importazione dell’hashish dal Marocco, avvalendosi di un corriere per il trasporto marittimo e di altri soggetti per il trasporto dalle coste liguri al territorio milanese e al successivo stoccaggio in box con vani artefatti creati tra la parete e un muro artificiale.

Un traffico internazionale di stupefacenti allargato

Massimiliano Cauchi, inoltre, era emerso in un’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Bologna, coordinata dalla DDA della Procura di Bologna, tra il 2012 e il 2014, culminata proprio a settembre 2018 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere perché ritenuto appartenente a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, con modalità identiche a quelle ricostruite per l’importazione del carico sequestrato il 24 settembre 2018.

Il patrimonio accumulato da Cauchi

La prosecuzione delle indagini della Polizia di Stato nei confronti di Massimiliano Cauchi ha fatto emergere la convinzione che costui, nel corso degli anni di attività nel traffico di stupefacenti, avesse accumulato un ingente patrimonio economico. Gli agenti della Sezione Antidroga della Squadra Mobile hanno eseguito una serie di perquisizioni presso alcuni luoghi nella disponibilità di Massimiliano Cauchi, di una donna legata a lui, del padre Giuseppe Cauchi e di Carmelo Pennisi, individuato come colui che realizzava le opere murarie artificiali, necessarie ad occultare droga e denaro.

L'abitazione in via Casoretto

In un’abitazione in via Casoretto a Milano, dove dimora Giuseppe Cauchi, i poliziotti, confrontando la planimetria dell’appartamento con la condizione reale dello stesso, hanno notato una discrasia in termini di distanze della parete dietro l’armadio della camera da letto: vi erano circa 40 centimetri di differenza tra il documento cartaceo e la condizione reale. Spostato l’armadio e accertato, toccando la parete, che verosimilmente vi erano delle parti vuote al suo interno, i poliziotti hanno provveduto a demolirla.

Il ritrovamento dietro il finto muro

La scoperta è stata eclatante: la parete era artificiale ed aveva creato un’intercapedine con il muro perimetrale, al cui interno gli agenti hanno rinvenuto 28 scatoloni con numerose mazzette di denaro contante, in banconote di vario taglio dai 500 ai 10 €uro, per un valore totale di circa 15 milioni di euro. Sempre all’interno dell’appartamento, in una cassaforte, i poliziotti hanno rinvenuto altre banconote per un valore complessivo di 140.000 euro circa, mentre ulteriori 27.000 euro sono stati rinvenuti occultati nel soppalco di un’autofficina nella disponibilità di uno degli indagati.

L’intera somma di denaro è stata depositata dalla Polizia di Stato presso la locale sede della Banca d’Italia

Dopo i sequestro, il G.I.P. presso il Tribunale di Milano, su richiesta della locale D.D.A., ha emesso un provvedimento di aggravamento della misura cautelare in corso nei confronti di Massimiliano Cauchi, passata dagli arresti domiciliari alla custodia cautelare in carcere, nonché un’ulteriore misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di Giuseppe Cauchi, per riciclaggio, e Carmelo Pennisi, per concorso nell’associazione per delinquere. L’Autorità Giudiziaria ha, inoltre, disposto, il sequestro preventivo del denaro. I tre provvedimenti cautelari sono stati eseguiti nel corso del fine settimana dai poliziotti della sezione Antidroga della Squadra Mobile di Milano.

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