Visite guidate in rianimazione per negazionisti: la provocazione del primario di Rivoli

La provocazione ironica del primario dell'ospedale di Rivoli sta facendo il giro del Web.

Visite guidate in rianimazione per negazionisti: la provocazione del primario di Rivoli
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Visite guidate in rianimazione per negazionisti: la provocazione del primario di Rivoli.

Visite guidate in rianimazione per negazionisti: la provocazione del primario di Rivoli

La provocazione del primario sta facendo il giro del Web: un’iniziativa emblematica, anche se il medico sarebbe sicuramente felicissimo di far fare davvero un giro nel reparto di terapia intensiva a chi sostiene che “Il Covid non esiste”.

Tour in rianimazione per i negazionisti del Covid

Da Prima Torino

Il dottor Michele Grio è il direttore della rianimazione all’ospedale di Rivoli e non solo. E’ un professionista – comprensibilmente – stanco. In primis stanco fisicamente, cosa che non si fatica a credere considerando il fatto che siamo nel pieno della cosiddetta seconda ondata e che il Piemonte risulta essere fra le Regioni nell’occhio del ciclone. In seconda battuta – non meno importante anche ai fini del numero di pazienti che si contagiano prendendo alla leggera l’invito a proteggersi ed evitare assembramenti perché convinti che il Covid non esista oppure che sia poco più di un raffreddore – il dottore è stanco dei negazionisti. E dei danni incalcolabili che comportano.

La provocazione del primario

Il primario, pochi giorni fa, ha lanciato una provocazione ironica, è bene sottolinearlo prima che venga preso sul serio e sottoposto alla gogna, dietro la quale però si nascondevano una disperazione e una richiesta d’aiuto tutt’altro che divertenti. Il medico ha invitato tutti i negazionisti a ricredersi attraverso un “Covid tour” nei reparti di terapia intensiva dove i malati colpiti in forma più grave non riescono nemmeno più a respirare autonomamente. E, purtroppo, non tutti ne escono. Un dramma che il personale sanitario ha sotto gli occhi quotidianamente da mesi (con una tregua estiva). A tutti i problemi logistici, emotivi, professionali ed organizzativi che una pandemia comporta per medici e infermieri si aggiunge anche la piaga del negazionismo, che come tutte le moderne sciagure, si rinfocola e prende quota sui social.

“Non ce n’è Coviddi Tour”

E così, tra il disperato e l’ironico, Grio ha scritto un post su Facebook che ha fatto il giro d’Italia.

“Premessa necessaria: per tutti quelli che si stanno indignando ed offendendo, il post è più che ironico. A me pareva ovvio, ma devo specificarlo. E fatevela na risata va!
No no, è tutto vuoto, ho fatto sdraiare i miei medici ed i miei infermieri giusto per fare le foto, le buste le indossiamo per la cellulite ed il ca**o ci gira perché siamo delle brutte persone. Non dormiamo perché ormai siamo avanti con l’età e passiamo le giornate seduti mangiando e bevendo. Non ci credete? Bene, la TourinGrio organizza da domani tour guidati in Rianimazione e nei reparti Covid: sarà per me un piacere farvi personalmente da guida e condurvi in un piacevolissimo viaggio in quello che per noi è un girone dantesco, ma per voi giustamente è esagerato. Ah, dimenticavo, io mi bardo con tuta, maschera e calzari, a voi non servono ma tengo libero un letto con ventilatore meccanico e monitoraggio continuo multiparametrico molto invasivo. Nel cesso, perché lo sgabuzzino l’ho già impegnato.”
Queste le parole del primario, che conclude:

“PS - Non chiedeteci suggerimenti se vi ammalate dopo aver scritto e pensate la qualunque. Coerenza, ci vuole coerenza. Non fare il cacasotto, sono tutte cagate noh?! Eddaje”.

Ha chiosato.

Fra i più giovani primari del Piemonte

Visite guidate in rianimazione

Michele Grio è direttore della Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione dell’ospedale di Rivoli dal febbraio scorso. Il 42enne romano – ormai rivolese di adozione, dato che si sono trapiantati nel Torinese anche sua moglie e i figli – è il più giovane direttore di una Struttura complessa di Anestesia e Rianimazione in Piemonte, nonché uno dei primari più giovani in assoluto di tutta la Regione. Insomma, non propriamente il cv dell’ultimo arrivato, ma si sa, sui social non contano le competenze bensì chi fa la voce più grossa e riesce a persuadere il maggior numero di persone.

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