Via Guido Rossa, i terreni inquinati dalla 'ndrangheta bonificati: "Ora a uso della comunità"
Ora, in queste aree, nasceranno aree comuni, dedicate ai bambini, destinate ai cani, “pianteremo migliaia di alberi, ci saranno zone gioco e relax”, anticipa il sindaco.
Oltre 3mila metri quadri di terreno in via Guido Rossa sono stati bonificati e ripuliti dai rifiuti che i Barbaro avevano sotterrato in questi spazi. Il sindaco sul luogo: "Ora a uso della comunità".
Via Guido Rossa, bonificati i terreni inquinati dalla 'ndrangheta
BUCCINASCO - “Qui c’era un segno tangibile della presenza mafiosa sul nostro territorio. Ora questo terreno è simbolo di una rinascita e di una sconfitta per i mafiosi. Questo spazio ce lo riprendiamo noi, se lo riprende la comunità”.
Il sopralluogo del sindaco sul posto
Tira un sospiro di sollievo il sindaco Rino Pruiti durante il sopralluogo che conclude l’annosa parte di bonifica dei terreni di via Guido Rossa. Fitte burocrazie e ostacoli hanno allungato i tempi, ma finalmente le celle sono ripulite e bonificate dai rifiuti che i Barbaro avevano sotterrato in questi spazi.
Sono oltre 3mila metri quadri di terreno, ripuliti dallo schifo della ‘ndrangheta. Ora, in queste aree, nasceranno aree comuni, dedicate ai bambini, destinate ai cani, “pianteremo migliaia di alberi, ci saranno zone gioco e relax”, anticipa il sindaco.
La vicenda iniziata nel lontano 2009
La vicenda inizia nel 2009, quando le indagini certificano che i terreni di Guido Rossa sono stati inquinati dalla mafia. Comincia un lungo iter che parte dal sequestro e dalla confisca delle aree e, grazie anche a un contributo regionale ottenuto dal Comune, inizia la bonifica dei terreni. Ma problemi burocratici e tentativi di intromissione ne impediscono il completamento in tempi brevi.
Un tentativo di infiltrazione mafiosa fermato anche lo scorso anno
Per esempio, lo scorso anno proprio un personaggio legato alla criminalità organizzata ha provato a inserirsi nei lavori tramite gli affidamenti. Tentativo bloccato dai puntuali accertamenti degli uffici comunali e dei carabinieri che hanno impedito l’interferenza illecita. Poi, c’è stata l’attesa dei collaudi da parte di Arpa e, infine, nei giorni scorsi, la chiusura dell’iter. Finalmente, il terreno inquinato dalla ‘ndrangheta potrà rinascere ed essere utilizzato dalla comunità.