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Vendita San Siro, il giorno della verità: seduta a oltranza per la cessione dello stadio

La giunta tratta sugli emendamenti per strappare due voti e salvare l’accordo con Milan e Inter

Vendita San Siro, il giorno della verità: seduta a oltranza per la cessione dello stadio

Oggi alle 16.30 a Palazzo Marino il Consiglio comunale decide sul futuro del Meazza: servono 25 voti, la maggioranza ne conta 23. In aula 50 emendamenti, la discussione potrebbe protrarsi fino a martedì.

Vendita San Siro, il giorno della verità: seduta a oltranza per la cessione dello stadio

MILANO – Il destino dello stadio di San Siro si gioca oggi a Palazzo Marino. Dalle 16.30 il Consiglio comunale di Milano si riunisce in seduta a oltranza per votare la delibera che prevede la cessione del Meazza e dell’area circostante a Milan e Inter per 197 milioni di euro.

Il provvedimento include anche il via libera al progetto presentato dai due club: la costruzione di un nuovo impianto sull’area oggi occupata dal Parco dei Capitani e dai parcheggi e la successiva parziale demolizione e rifunzionalizzazione dell’attuale stadio.

Il centrosinistra cerca due voti per la maggioranza

La maggioranza di centrosinistra parte da 23 voti favorevoli, ma per approvare la delibera ne servono 25, la maggioranza assoluta dell’aula. Gli occhi sono puntati sui due consiglieri ancora indecisi: Monica Romano (Pd) e Marco Fumagalli (Lista Sala). Nello staff del sindaco Giuseppe Sala e della vicesindaca Anna Scavuzzo prevale un cauto ottimismo: entrambi potrebbero sciogliere le riserve in favore del “sì”, assicurando i voti necessari.

La minoranza indecisa se restare o no in aula

Sul fronte opposto, il blocco dei contrari è già consistente: 24 consiglieri tra centrodestra e una parte della maggioranza (tre del Pd, tre di Europa Verde e uno del gruppo misto) hanno annunciato il loro “no”. Le opposizioni dovranno decidere se esprimere voto contrario o uscire dall’aula al momento decisivo.

Gli ultimi emendamenti: white list e bonifica

Nel frattempo, la giunta sta limando alcuni emendamenti per rafforzare il testo e convincere gli ultimi indecisi. Tra le modifiche allo studio c’è l’inserimento di una “white list” per le imprese che parteciperanno ai lavori, richiesta avanzata dal Comitato Legalità di Nando Dalla Chiesa per prevenire infiltrazioni mafiose. Un altro punto riguarda la bonifica dell’area del Parco dei Capitani. Sono già stati depositati 50 emendamenti, ma ne potrebbero arrivare altri in aula.

Scarioni, Milan: “Stipuleremo un Protocollo di legalità con Prefettura”

Sul fronte della trasparenza, ieri il presidente del Milan Paolo Scaroni ha cercato di rassicurare il Consiglio comunale, dichiarando a Dazn e Milan TV:

“La proprietà del Milan è molto semplice: Gerry Cardinale, fondatore e proprietario di RedBird, detiene attraverso RedBird il 99,97% del club. Per quanto riguarda il tema della legalità, capisco le preoccupazioni: per questo stipuleremo con la Prefettura un protocollo che garantirà la partecipazione solo di imprese presenti in una white list. Se il Consiglio non approverà, perderemo tutti: le squadre, Milano, l’Italia, il calcio italiano”.

Se passa lavori al via dal 2027

Il dibattito in aula potrebbe protrarsi fino a notte fonda e, se necessario, continuare martedì per esaminare tutti gli emendamenti.

Se la delibera sarà approvata, il cantiere per il nuovo stadio dovrebbe partire nel 2027 e concludersi tra il 2030 e il 2031. Solo dopo inizierà la seconda fase del progetto, con la parziale demolizione e rifunzionalizzazione del Meazza. In caso di bocciatura, Milan e Inter potrebbero riaprire i dossier alternativi: i rossoneri su San Donato Milanese, i nerazzurri su Rozzano.