Un murale a Buccinasco con il sorriso di Giancarlo Siani
L’inaugurazione lo scorso sabato a Buccinasco, in via don Minzoni.
Un murale a Buccinasco con il sorriso di Giancarlo Siani. (credit ph. Buccinasco e Milano in Fotografia)
Un murale a Buccinasco con il sorriso di Giancarlo Siani
BUCCINASCO - Il sorriso, gli occhi socchiusi. Un viso felice, quello di Giancarlo Siani, che svetta sul muro tra via don Minzoni e via fratelli Rosselli. “Il ricordo di Giancarlo non deve essere triste, ma di speranza. Sono commosso: un’iniziativa che si svolge tanto lontano da dove Giancarlo viveva e lavorava. Significa che il suo ricordo resiste, supera le distanze. Grazie, per questa bellissima emozione”. Le parole del fratello Paolo tradiscono commozione durante la telefonata dell’assessore alla Cultura antimafia Rosa Palone per ricordare Giancarlo Siani.
Chi era Giancarlo
Un giornalista-giornalista, ucciso dalla mafia 35 anni fa, a soli 26 anni. La sua colpa: aver denunciato il malaffare e lo schifo della camorra. Averlo fatto bene, con passione, con il senso del dovere e della ricerca della verità. Come quella frase sotto al suo volto: “Sentire l’ingiustizia del mondo sulla propria pelle. Schierarsi dalla parte della verità”. Così ha riportato le sue parole l’artista Mario Jin, giovane e talentuoso writer che si era già fatto conoscere a Buccinasco per il murale dedicato a Ennio Morricone. Questa volta, per realizzare il viso di Siani, si è arrampicato a diversi metri di altezza con una gru. Prima il profilo del volto, a mano libera, poi i colori con le bombolette e le sfumature di cui è maestro. Toni, chiaroscuri e dettagli che hanno riprodotto il viso di Siani in un impressionante iperrealismo.
Un disegno che non è piaciuto a tutti, però
C’è chi, improvvisato critico d’arte, si è cimentato in commenti sulla fattura del disegno, e chi ha reputato un “inutile imbrattamento” la rappresentazione. Per fortuna, la manciata di detrattori non ha rovinato l’atmosfera dell’inaugurazione. Ci hanno provato anche due ciclisti, che passando mentre si parlava del giornalista hanno insultato i presenti. Ci ha provato una signora che, incurante dell’intenso momento, si è fermata davanti al luogo dell’inaugurazione con i suoi cani che abbaiavano in continuazione e alla richiesta di allontanarsi, rispettando il momento di commemorazione per un ragazzo ucciso dalla mafia, ha risposto che “la pensava diversamente” sull’importanza dell’evento.
L’importanza del ricordo
Poche voci di contrasto, annientate da decine di persone che, rispettando le misure anti covid, hanno partecipato all’inaugurazione, con il video postato dal Comune di Buccinasco (organizzatore dell’evento) che ha ottenuto migliaia di visualizzazioni e apprezzamento per il disegno simbolo di una lotta alla mafia che non può finire. Un significato importante sottolineato anche dal sindaco Rino Pruiti perché “bisogna fare memoria delle vittime e ricordo della loro battaglia”.
L’apprezzamento è arrivato anche da Alessandro Villani, responsabile di Enel Distribuzione, che ha dato a disposizione il muro dipinto magistralmente da Mario Jin, l’artista del collettivo di writers We Run The Streets. A coordinare e a dare forma all’idea, c’era Lorenzo Ciociola, presidente di Retake Buccinasco, ancora una volta in prima linea per arricchire la città di contenuti di valore, di bellezza, di significato. “Ce ne saranno altri – assicura –. Facciamo parlare i muri della città, mettendo insieme bellezza e civismo”. A emozionare, ci ha pensato Fabio Cercone di Messinscena, che ha recitato con passione un brano tratto da “La stampa addosso”, romanzo-documento del magistrato Armando D’Alterio. E così Siani sorride, su quel muro. A ricordarci che raccontare la
verità è una responsabilità e ogni tanto fa paura, a noi giornalisti. A ricordarci che sentiamo la paura. Ma lo facciamo comunque.
Francesca Grillo
Un appunto…
Mi tocca fare un appunto a chi ha redatto l’articolo. Cara Francesca, ti sei persa una parte importante nel racconto di sabato mattina. A quella commemorazione hai parlato anche tu, con parole tanto taglienti quanto commoventi. Con l’emozione della tua voce, hai dato l’ennesima prova di un coraggio che pochi tra noi hanno, decidendo ancora una volta di “esserci e dire” piuttosto che scegliere un assordante quanto comodo silenzio. E, anche per questo, non posso che ringraziarti pubblicamente.
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