rubrica "confidenziale"

Todo bien... e intanto pedalo

Renato, il nostro "inviato" da un letto di ospedale, ci ha mandato un nuovo messaggio: ecco le ultime notizie.

Todo bien... e intanto pedalo
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Sono sempre in attesa di buone notizie, che giorno dopo giorno fortunatamente arrivano. Sono le ore 6:00, è tempo di misurare la pressione; a seguire il prelievo e, per concludere, c'è l'elettrocardiogramma. I controlli e le terapie sono costanti, amici miei, prosegue l'avventura e, se Dio vuole, tra una decina di giorni dovrei continuare la "rieducazione" da casa: Yeeeee, Siiiiii...

Quello che mi aspetto di dover fare nel mio ritorno a casa

Conto le cose che in questi tanti giorni sono successe, ma mai una volta le tante cose  che ho lasciato in sospese o da fare. Nè tanto meno, al momento, penso alle cose da riprendere a fare. Eh già, quel fare spesso inutile che sempre più uccide l'essere. Penso invece all'essere quotidiano, fatto di sguardi, di compagnia, di famiglia, di gratitudine, di
benevolenza, di ringraziamento, di preghiera, di famiglia... da nonno, fratello, marito, padre. Ecco quello che mi aspetto di dover fare nel mio ritorno a casa: godere di tanta grazia.

Un nuovo stupendo inizio

Tante cose sono accadute tra la vita e la morte e il mio desiderio più grande è di metterle in ordine. Per un nuovo stupendo inizio già iniziato.

L'ora della posta

Sono ormai le ore 7:30, apro la mail e non mancano le ultime lettere. Una su tutte mi commuove: grazie Giuseppe
Missaglia, davvero grazie della tua delicatezza... Se permetti la pubblico.

Caro Renato. Ho letto con piacere sul Giornale dei Navigli del 28 ottobre che dal giorno 26 hai iniziato quel passo che ti porterà fra noi: la riabilitazione. Tutti abbiamo degli angeli vicino, ce li dobbiamo meritare. E così, in attesa di rivederti in quel cortile dove ci siamo conosciuti e dove ci hai portato per mano nel nostro 75° di Fondazione della bocciofila Rosa, ringraziamo anche noi il dott. Lorenzo Menicanti e tutti coloro ti hanno benevolmente assistito. A presto dunque, un caro e forte abbraccio. Giuseppe (uno dei “Corsico… nel pallino”).

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