FASE 2 | I dati di oggi e la sperimentazione con il plasma dei guariti: mortalità ridotta al 6%

Lo studio condotto dal Policlinico San Matteo di Pavia che ha coinvolto 46 pazienti arruolati tra Mantova, Pavia e Novara.

FASE 2 | I dati di oggi e la sperimentazione con il plasma dei guariti: mortalità ridotta al 6%
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FASE 2 | I dati di oggi e la sperimentazione con il plasma dei guariti: mortalità ridotta al 6%.

FASE 2 | I dati di oggi e la sperimentazione con il plasma dei guariti: mortalità ridotta al 6%

MILANO – Si parla di ricerca nel quotidiano appuntamento con l’aggiornamento sulla situazione contagiati in Regione Lombardia. Il tema della conferenza di oggi è la ricerca sull’utilizzo del plasma prelevato da pazienti guariti.  Ad aprire l’appuntamento con gli specialisti, il governatore Attilio Fontana: “Ringrazio tutti coloro che hanno dato un contributo per questa importante ricerca. Anche il Governo ha manifestato particolare interesse a questa sperimentazione. Grande merito va ai professionisti di Pavia che hanno acceso la speranza per la cura di questo virus”.

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Lo studio: “Plasma da donatori guariti come terapia per i pazienti critici”

Carlo Nicora, direttore generale del Policlinico San Matteo, ha spiegato che il progetto di studio è iniziato 17 marzo e concluso l’8 maggio, con il nome “Plasma da donatori guariti come terapia per i pazienti critici”. In letteratura, ha precisato lo specialista, non esisteva ancora uno studio del genere che consiste nel rinfondere il plasma con anticorpi del coronavirus in pazienti malati. Gli obiettivi erano tre: studiare se c’era diminuzione della mortalità a breve termine nei reparti di terapia intensiva; studiare se c’era miglioramento respiratorio e capire se si verificava un miglioramento dei parametri dell’infiammazione.

Quale "diluizione del siero è in grado di uccidere il virus?"

Fausto Baldanti, direttore Unità Virologia Policlinico San Matteo di Pavia, ha raccontato l’iter che ha caratterizzato il progetto. “A marzo non esisteva nessun tipo di test sierologico. La virologia classica ci dice che in questi casi si isola il virus su cellule umane e l’infezione cbe porta alla distruzione delle cellule, cioè quello che avviene nei polmoni. Prendendo il siero abbiamo visto che la distruzione cellulare veniva fermata. Nel siero dei guariti esistono anticorpi neutralizzanti, ma bisognava capire in che quantità, cioè quale “diluzione” di siero è in grado di uccidere il virus”.

Il prelievo del plasma

Cesare Perotti, direttore Servizio Immunoematologia San Matteo di Pavia, ha poi aggiunto che “ci siamo preoccupati di raccogliere il plasma, in modo sicuro e rapido, anche perché l’efficacia viene meno con il passare del tempo. C’è un percorso specifico per prelevare il plasma, un lavoro di rintracciamento, arruolamento con visita medica, garantendo la sicurezza del donatore. In 35-40 minuti si ottiene 600 ml plasma, la quantità ottimale da infondere è di 300 ml, quindi si ottengono due dosi di plasma potenzialmente utili”.

Arruolati 46 pazienti

Raffaele Bruno, direttore Malattie Infettive Policlinico San Matteo di Pavia, ha specificato che “abbiamo testato un’idea, operando in sicurezza. In tutti gli studi ci sono criteri di inclusione ed esclusione. Abbiamo preso in considerazione pazienti con più di 18 anni, con tampone positivo, distress respiratorio con supporto di ossigeno, rx torace positiva. Un monitoraggio continuo. Abbiamo arruolato 46 pazienti, l’ultimo l’8 maggio, tra Mantova, Pavia e uno a Novara”.

Raffaello Stradoni, direttore dell’Asst di Mantova, ha raccontato l’esperienza del suo territorio: “Le prime sacche arrivate da Pavia hanno fatto la differenza. Siamo riusciti a ridare speranza e una possibilità di andare avanti. Un grande ringraziamento a chi ci ha consentito di partecipare a questa iniziativa”.

La terapia con il plasma riduce la mortalità

I risultati sono stati messi in luce da Baldanti: “La mortalità era attestata tra il 13% e il 20% in terapia intensiva, quindi di media il 15%. Il primo obiettivo dello studio era verificare se la terapia con il plasma fosse in grado di ridurre la percentuale della mortalità. Ed effettivamente si è ridotta al 6%. In pratica, prima c’era un decesso ogni 6 pazienti, poi un decesso ogni 16. I parametri respiratori (cioè la quantità di ossigeno del sangue) sono migliorati già nella prima settimana, così come le immagini radiografiche. E i tre parametri fissati per verificare il livello di infiammazione erano diminuiti”.

La Banca del Plasma iper immune

In ultimo, Giulio Gallera, assessore al Welfare, ha dichiarato che “Regione Lombardia è abituata a lavorare, a seguire regole e protocolli. Siamo l’unica regione in Italia che ha un protocollo strutturato, l’unica che ha risultati testati. L’obiettivo era individuare questo plasma iper immune. La strada che abbiamo scelto è quella della scienza per portare il miglior contributo possibile per una malattia di cui oggi non c’è una cura.  Lanciamo ora la Banca del plasma iper immune: da qui ai prossimi giorni studieremo un protocollo per la donazione di sangue e plasma per tutti i guariti”.

I dati di oggi

Sono 81.871 i contagiati, con un aumento di 364 persone in un giorno. I ricoveri in ospedale sono 5.397, 31 persone in meno rispetto a ieri. Nei reparti di terapia intensiva ci sono 341 persone, 7 pazienti in meno rispetto al giorno prima. I tamponi effettuati fino a oggi sono 492.642, 7.508 in più. In fase di verifica ci sono 1.793 test. Salgono ancora i decessi: 15.054, 68 in più in un giorno.

Le province

Bergamo 11.791 (+50)

Brescia 13.620 (+70)

Como 3.504 (+8)

Cremona 6.250 (+2)

Lecco 2.536 (+50)

Lodi 3.277 (+6)

Mantova 3.251 (=)

Milano 21.490 (+114) - Milano città 9.071 (+52)

Monza Brianza 5.074 (+19)

Pavia 4.801 (+24)

Sondrio 1.288 (+1)

Varese 3.196 (+14)

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