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Sicurezza dei dati: anche Google rafforza il proprio contributo

Si tratta di modifiche importanti, che portano a una maggiore consapevolezza.

Sicurezza dei dati: anche Google rafforza il proprio contributo
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Sicurezza dei dati: anche Google rafforza il proprio contributo.

Sicurezza dei dati: anche Google rafforza il proprio contributo

Viste le crescenti istanze a favore di una maggiore protezione dei dati, anche Google sta adottando delle misure sempre più specifiche per garantire una maggiore tutela ai suoi utenti, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo delle app per Android. Già da tempo, l’utilizzo delle applicazioni per i dispositivi mobili è sotto l’occhio dei riflettori, sia per la sua rilevanza dal punto di vista della diffusione, sia per i relativi problemi che possono derivare in termini di sicurezza.

Ecco quindi che la grande G, ormai carica di una responsabilità non indifferente, ha introdotto dal 1° maggio delle modifiche importanti e che ricordano un po’ quelle apportate da Apple per il suo Apple Store nel 2020. Dopotutto, gli obiettivi delle nuove modifiche sono più o meno gli stessi, ovvero:

  1. Maggiore trasparenza da parte degli sviluppatori di app sul trattamento dei dati degli utenti (ad esempio, se e quali informazioni vengono raccolte e con chi verranno condivise).
  2. Maggiore consapevolezza da parte degli utenti su come i loro dati personali verranno raccolti e utilizzati.

Anche se le modifiche apportate alle app del Google Store sono state già preannunciate a ottobre con la pubblicazione del modulo per la sezione Sicurezza, le novità saranno operative da maggio e l’evoluzione sarà graduale, dato che gli sviluppatori avranno tempo fino al 20 luglio per portare a termine l’aggiornamento delle loro app.

Nonostante gli sforzi portati avanti anche dai grandi attori del settore tecnologico, il problema della sicurezza informatica non si risolve automaticamente con delle modifiche apportate alle app. La maggior parte della strategia di difesa spetta sempre al singolo utente, che deve cercare di combinare i vari strumenti a sua disposizione per garantirsi una navigazione in rete che sia il più possibile sicura e lontana da incontri indesiderati con hacker e cyber criminali.

Utilizzare sempre una VPN online, evitare di connettersi alle reti pubbliche (che, sebbene siano molto invitanti, sono altrettanto pericolose), attivare un programma di sicurezza di qualità sono solo alcuni degli accorgimenti che, sommati, possono fare veramente la differenza.

La nuova sezione Sicurezza dei dati su Google Play

Cerchiamo quindi di capire meglio cosa cambierà da oggi in poi quando utilizziamo un’app di Google Play disponibile per i sistemi Android. Secondo i portavoce del più grande sistema di ricerca attualmente esistente, l’intento delle attuali modifiche è quello di offrire “un contesto aggiuntivo” a quanto finora comunicato agli utenti nel momento in cui decidono di scaricare e utilizzare un’app.

In sintesi, questi sono i punti principali della nuova sezione Sicurezza dei dati che coinvolgono anche il momento successivo al download dell’app e che indicheranno:

  • Se lo sviluppatore procederà a una raccolta dei dati e per quali finalità.
  • Se i dati raccolti verranno condivisi con terze parti.
  • Quali sono i dati che verranno necessariamente condivisi e quelli che possono essere condivisi dietro autorizzazione (opzionale).
  • Quali sono i sistemi di sicurezza adottati dall’app per proteggere i dati degli utenti, ad esempio la crittografia dei dati;
  • Se l’utente potrà chiedere la rimozione definitiva dei dati raccolti.
  • Se lo sviluppatore dell’app si è impegnato ad aderire alle Norme per la famiglia pubblicate da Google Play, concepite per proteggere i minori durante la loro navigazione su Internet.
  • Se le pratiche di sicurezza applicate dall’app sono conformi a degli standard di sicurezza riconosciuti a livello globale.

Durante l’utilizzo dell’app sarà anche possibile per l’utente decidere se autorizzare il software a rilevare determinate informazioni (ad esempio la sua posizione) e se determinate autorizzazioni possano essere rilasciate una tantum o in via permanente.

Sicuramente si tratta di modifiche importanti, che portano a una maggiore consapevolezza. In base a quanto dichiarato da Google, il mancato rispetto della nuova regolamentazione comporterà l’esclusione degli inadempienti da Google Play Store. Le stesse regole valgono anche per le app sviluppate da Google, che non si è riservato nessuna posizione di favore in tal senso.

Cosa sanno di noi le nostre app?

In qualche modo, l’idea che abbiamo delle app è di qualcosa di relativamente pericoloso. In realtà, se ci chiediamo quanto sanno le nostre app di noi e della nostra vita, la risposta potrebbe essere preoccupante, perché conoscono quasi tutto, tra cui:

  • I luoghi che visitiamo e gli spostamenti in generale.
  • I nostri username e le password per accedere ai siti (ad esempio, l’online banking).
  • I nostri messaggi e le nostre chat.
  • Le ricerche che effettuiamo sul web.

Tali considerazioni si fanno ancora più preoccupanti se osserviamo alcuni dati recenti, in base ai quali l’83% delle app ha dei punti deboli in fatto di sicurezza, che possono essere degli accessi preferenziali se viene utilizzata una rete non sicura.

Anche se siamo portati a pensare che tutte le nostre informazioni siano al sicuro nel nostro telefono, per un hacker esperto è molto semplice decriptare i dati. Basti pensare al recente collegamento tra Facebook e WhatsApp, che ha letteralmente aperto il sipario a eventuali curiosoni della rete che abbiano un minimo di praticità informatica, con tutti i danni che ne possono derivare.

 

 

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