Sciopero dei lavoratori della Xpo: "Contributi non pagati, futuro in bilico"

La gestione del centro di logistica del Gruppo pam è passata dalla cooperativa alla Logitec il 1 giugno.

Sciopero dei lavoratori della Xpo: "Contributi non pagati, futuro in bilico"
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Sciopero dei lavoratori della Xpo: "Contributi non pagati, futuro in bilico"

TREZZANO SUL NAVIGLIO – Tutta la manifestazione si è svolta in modo pacifico, senza alcuna criticità. La presenza dei carabinieri ha garantito massima sicurezza, ma soprattutto il desiderio degli operai di protestare senza arrivare allo scontro. Un dialogo che si è instaurato subito anche con le forze dell’ordine, con la polizia arrivata per sgomberare il presidio. Ma i lavoratori hanno retto tutto il giorno, davanti ai cancelli in via Boccaccio della Xpo, il polo logistico del Gruppo Pam, dove arrivano i camion carichi di prodotti per poi essere smistati nei punti vendita.

Un presidio pacifico di fronte ai cancelli

Dopo l’esperienza con la cooperativa che ha appaltato il servizio di gestione dei magazzini, è ora l’azienda Logitec a gestire gli operai dei reparti di smistamento. Un paio di anni fa i lavoratori avevano incrociato le braccia per rivendicare condizioni contrattuali e di lavoro “più dignitose”. Anche in quella occasione, come avvenuto ieri, hanno bloccato i cancelli, per impedire ai camion di scaricare la merce. La protesta è andata avanti per qualche ora, poi i bilici hanno potuto fare ingresso, ma all’interno dei magazzini non c’era praticamente nessuno a smistare i prodotti: gli operai sono rimasti comunque fuori a fare picchetto, pur consentendo ai camion di scaricare la merce.

Le richieste dei lavoratori

Oltre 150 persone si sono posizionate davanti ai cancelli, sotto il sole bollente di ieri, per chiedere più certezze, considerazione, chiarezza su un futuro lavorativo ancora in bilico. L’ipotesi di chiudere un reparto a Trezzano e trasferirlo a Tavazzano, provincia di Lodi, impensierisce gli operai. Il presidio è servito anche a mettere in luce “contratti a tempo determinato che vogliono fare fuori – dicono i sindacalisti di Cobas –, in più ci sono arretrati e contributi non pagati, da gennaio. Viviamo nell’insicurezza e con la paura che la forza lavoro venga dimezzata, lasciando a casa decine di operai e costringendo altri a turni massacranti. Qui la mole di lavoro è pesante, soprattutto con l’emergenza in atto che ha intensificato consegne e smistamenti. La nuova azienda è subentrata il 1 giugno e non abbiamo alcuna certezza sul futuro”. Dopo la manifestazione, in serata, è arrivata la notizia della proposta di un incontro tra i lavoratori e l’azienda che gestisce il servizio.

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