IN PUNTA DI SELLINO

Santambrogio e suoi fratelli

Pronunciare il nome di Giacinto Santambrogio significa immergersi nella storia del ciclismo anni ’70.

Santambrogio e suoi fratelli
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Santambrogio e suoi fratelli

È stato gregario di lusso di Eddy Merckx e poi di Felice Gimondi. Nei giorni in cui era lasciato libero dai suoi capitani aveva licenza di vincere. Pronunciare il nome di Giacinto Santambrogio significa immergersi nella storia del ciclismo anni ’70.

Con una mostra a inizio dicembre ospitata in Galleria Mariani, la sua Seregno gli ha riservato un affettuoso tributo assieme al ricordo dei 75 anni della Salus Ciclistica, squadra nella quale ha militato nei primi anni della sua carriera.

Tanti aneddoti hanno accompagnato la Salus Seregno nel suo lungo cammino, da Serafino Santambrogio (ottavo di 18 fratelli), il primo ciclista che riuscì a raggiungere i quaranta chilometri orari, al già menzionato Giacinto, che fece conoscere la città di Seregno in tutto il mondo con le sue affermazioni al Tour de France. Scomparve prematuramente nel 2012 dopo una lunga malattia.

“Giacinto iniziò grazie a un vicino che gli prestò una bici da corsa”

In famiglia non era il solo ad andare in bicicletta. “Mio fratello – racconta Angelo (minore di dieci anni) – era fortissimo fin da ragazzino e vinse tante gare. La passione per ciclismo aveva contagiato tutta la famiglia. Giacinto ha iniziato facendosi prestare la bici da un vicino di casa che di mestiere faceva il macellaio. Mio fratello mi ha trasmesso la passione e negli anni ’60 ho iniziato anch’io a correre militando fino alla categoria dei dilettanti, ma Giacinto è sempre andato più forte di me e non ha avuto difficoltà a passare tra i professionisti”.

Angelo oggi è presidente del Gruppo Giacinto Santambrogio, costituitosi nel 1979, ultimo anno di attività del corridore. Sono trenta amici che ogni anno organizzano una corsa, il Memorial Santambrogio, quaranta chilometri da Seregno al Ghisallo. Fa parte dello stesso gruppo anche il fratello Fausto fra i custodi e divulgatori dei ricordi di famiglia.

La mostra a Seregno è terminata, ma è itinerante e la si può chiedere ai fratelli Santambrogio: immagini, articoli, fotografie, medaglie a non finire appartenute agli ex corridori della Salus e ai dirigenti della squadra gialloblu. Fra i cimeli esposti anche la bicicletta Colnago usata da Giacinto al Giro d’Italia nel 1970 quando era gregario di Merckx.

Nei festeggiamenti per la Salus Ciclistica si è anche ricordato che il 21 maggio del prossimo anno da Seregno partirà una tappa del Giro d’Italia 2023, con arrivo a Bergamo.

Alla inaugurazione della mostra era presente anche Norma Gimondi, figlia del celebre campione Felice, che era il capitano di Santambrogio col qualeaveva stretto anche una profonda amicizia.

Chi era Giacinto Santambrogio

Giacinto Santambrogio, nato a Seregno nel 1945 e cresciuto nelle file della Salus, è stato professionista dal 1969 al 1979 vestendo i colori della Molteni, della Salvarani e della Bianchi per chiudere con la Inoxpran. Protagonista ai Mondiali, ne disputò quattro, conquistando un quarto posto a Montreal nel 1974, nella stagione che lo vide al vertice della sua carriera; era in fuga con Merckx e fu il primo tra gli azzurri.

Nella sua carriera da professionista ha vinto 13 corse tra cui la Coppa Bernocchi nel 1969, la Tre Valli Varesine nel 1972, due tappe al Tour de France (Melun nel 1975 e Lorient nel 1977) e due al Giro d’Italia (Lainate nel 1971 e Salsomaggiore nel 1977).


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Angelo De Lorenzi

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