TUTELA DEL LAVORO

I rider non sono schiavi: i giganti del food delivery devono regolarizzarli

Maxi-inchiesta della Procura di Milano: obbligo di assunzione e multe salatissime per 733 milioni. Ora Glovo, Uber Eats & Co rischiano grosso.

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I rider non sono schiavi: i giganti del food delivery devono regolarizzarli.

I rider non sono schiavi: i giganti del food delivery devono regolarizzarli

Glovo, Uber Eats, Just Eat e Deliveroo ora sono nei guai. Le società che gestiscono il servizio di consegna di cibo a domicilio si sono ritrovate sotto la lente d’ingrandimento della Procura di Milano. La maxi-inchiesta condotta dai carabinieri per la tutela del lavoro riguardo la situazione dei rider ha sancito l’obbligo di assumere 60mila fattorini e multe per 733 milioni di euro per mancata sicurezza.

La situazione di “schiavismo” dei rider

La maxi-inchiesta condotta dai carabinieri per la tutela del lavoro della Procura di Milano ha posto alla luce le condizioni di “schiavismo” a cui sono sottoposti migliaia di rider, dipendenti delle principali società di consegna di cibo a domicilio, in un’epoca storica in cui, quest’ultime, sono diventate molto richieste e importanti. L’indagine ha avuto inizio la scorsa primavera dopo diversi infortuni stradali che hanno riguardato altrettanti fattorini. Nel maggio 2020, grazie ai controlli effettuati su più di 1000 rider, si è scoperto che questi venivano inquadrati come lavoratori autonomi occasionali, quando in realtà si tratterebbe di lavoratori subordinati che hanno, appunto, le garanzie del lavoro subordinato. In questo senso, il capo della Procura milanese, Francesco Greco, ha parlato di schiavismo, riferendosi alla situazione lavorativa nella quale si trovano ogni giorno migliaia di fattorini operanti nelle principali società di consegna di cibo a domicilio. La loro attività è infatti gestita da un software che ne condiziona gli spostamenti e i tempi di consegna al fine di ottimizzare il risultato su strada.

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