La Prima della Scala in diretta, emoziona e commuove

Uno spettacolo indimenticabile ha messo in luce talenti e arte che ci invidiano in tutto il mondo. E a voi, è piaciuta?

La Prima della Scala in diretta, emoziona e commuove
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La Prima della Scala in diretta, emoziona e commuove

MILANO – Una Prima diversa, un progetto studiato velocemente ma che non ha tradito le aspettative. Uno spettacolo che “rimarrà alla storia”, ha commentato Milly Carlucci che ha presentato l’evento insieme a Bruno Vespa. L’idea era di coniugare opere classiche del repertorio lirico con incursioni di modernità e aspetti contemporanei, uno spettacolo di voci, musica, immagini e teatro. La musa della musica fa ingresso in un Teatro alla Scala vuoto di pubblico ma pieno di arte, dei cantanti, dei ballerini, degli artisti che sono l’anima dello spettacolo.

“A riveder le stelle”

Ad aprire la serata, incominciata alle 17 e trasmessa dalla Rai, l’Inno d’Italia. Poi, un percorso tra prosa, danza, musica e canto lirico. “A riveder le stelle”, citazione dantesca della Divina Commedia, questo il nome dello spettacolo che ha sostituito la programmata Lucia di Lammermoor. Un rinvio eccezionale, in osservanza delle disposizioni anti covid. Riccardo Chailly ha diretto la musica eseguita magistralmente dai componenti dell’orchestra. Michele Gamba direttore per i balletti, Manuel Legris direttore del Corpo di Ballo, Bruno Casoni maestro del coro. Un’opera che ha mescolato le arti che ci rendono celebri in tutto il mondo, con interpreti di calibro del panorama dello spettacolo, sotto la bella regia di Davide Livermore.

Un programma appassionante

Perfette le scenografie, la fotografia, i giochi di una luce che penetra e racconta, descrive la musica. Indimenticabili anche le interpretazioni dei ballerini, con la suggestiva coreografia messa in scena da Roberto Bolle. Si inizia con Verdi e il suo Rigoletto, si passa dalle donne di Puccini, la Madama Butterfly e la Turandot, e ancora Donizetti. Incursioni internazionali con Cajkovskij e la Carmen di Bizet, Wagner. Verso la fine, si affermano le voci dell’Otello, le musiche di Umberto Giordano, la commovente Mamma morta di Andrea Chénier che “fa della terra un ciel” nel clima sanguinario rivoluzionario. E ancora Puccini, la Tosca, fino all’iconico Nessun Dorma e Un bel dì vedremo della Madama Butterfly. Un percorso attento alle vocalità dei protagonisti, alla personalità forte dell’orchestra e del suo direttore, alla scoperta di un patrimonio che ci invidiano in tutto il mondo ma che troppo poco conosciamo noi stessi.

Una finestra emozionante su un mondo che ci appartiene da secoli

Forse la Prima in streaming, che detta così sembra una violazione dell’eleganza sontuosa di tutto ciò che circonda l’evento storico di Sant’Ambrogio, è servita a far conoscere a un pubblico più ampio la bellezza di un’arte che non è per pochi, esclusiva dei cliché. Basta porsi all’ascolto per essere travolti dalla magnificenza. Una finestra emozionante su un mondo che ci appartiene da secoli, in un’Italia capace ancora di crescere talenti eccezionali. Mancano solo gli applausi per gli interpreti, per tutte le donne e gli uomini che hanno messo in scena una Prima leggendaria. Rossini chiude lo spettacolo con l’emozionante Guglielmo Tell e il “Tutto cangia”, tutto cambia. Auspicio condiviso, per tornare a riveder le stelle.

FG 

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