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Piadina Igp: consumi in crescita per il fiore all’occhiello dello street food riminese

La piada è uno snack versatile, ottimo come pasto unico completo ma anche come stuzzichino

Piadina Igp: consumi in crescita per il fiore all’occhiello dello street food riminese
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Nel panorama italiano la tradizione culinaria riminese si distingue storicamente per offerta e qualità. Dai cappelletti al coniglio in porchetta passando per il fritto di pesce, la perla dell'Alto Adriatico ha fornito l'ispirazione per piatti leggendari e anche a livello di street food la provincia romagnola ha da sempre fatto scuola in Italia. Risale infatti al 2013 la prima guida dei baracchini riminesi nata su progetto di Rimini Street Food con il supporto di Rolling Stones che ha mappato con cura i migliori baracchini della piada, autentici templi del gusto prendi e vai. Un manuale che ha nobilitato una delle regine del cibo da strada tracciando la strada della moda dei sapori on the road e di quelle pietanze “povere” ma dal gusto ricco ed elaborato.

La piada, del resto, è uno snack versatile, ottimo come pasto unico completo ma anche come stuzzichino si presta ad esempio come accompagnamento perfetto per una serata tra amici. Non troppo impegnativa da preparare si distingue per praticità rispetto ad altre ricette di "finger food" dai gusti esotici che richiedono maggiore impegno in cucina come ad esempio le alette croccanti alla cajun, le patatine fritte di halloumi, il chili con carne o i nachos messicani. Il fiore all'occhiello dello street food romagnolo ha recentemente trovato la sua definitiva consacrazione nel 2014 grazie alla creazione del Consorzio di promozione e tutela della Piadina romagnola Igp che il 24 ottobre dello stesso anno riesce ad ottenere l'agognato bollino giallo e blu. Il Consorzio vigila anche sul rispetto del disciplinare che distingue i processi di produzione e gli ingredienti per la preparazione delle sole due varianti riconosciute la “classica”, più spessa, compatta e friabile rispetto alla “Riminese” che invece si presenta sottile, con un maggior diametro e una consistenza più morbida. Nell'ultimo lustro l'esplosione della moda del cibo da strada ha contribuito a incrementare i consumi di piada. Secondo il Sole24ore, i dati della grande distribuzione prodotti da NielsenIQ trasmettono un consumo che ha ormai superato i 190 milioni di euro. Un volume di affari enorme che trasmette la crescente popolarità di questa pietanza ormai nel Gotha dei prodotti made in Italy. Il consorzio, nel frattempo, combatte da anni una dura battaglia contro le imitazioni. La piaga dei prodotti Italian Sounding, ovvero di tutte quelle pietanze che richiamano il suono italiano originale pur essendo prodotte all'estero, ha colpito anche la piada che recentemente è stata infatti oggetto di un pericoloso tentativo di usurpazione da parte di un gruppo industriale spagnolo.

Piadina Igp: consumi in crescita RIMINI

Il misfatto risale all'agosto del 2019 quando, presso l'Ufficio marchi e brevetti della Gran Bretagna, la stessa azienda iberica avrebbe presentato richiesta di registrazione per un marchio alquanto ambiguo targato “Piadine di Modena”. Una mossa che ha subito messo sul piede di guerra il Consorzio romagnolo che ha aperto un contenzioso presso i responsabili dell'Ufficio marchi e brevetti britannico. Vicenda che fortunatamente nei primi di novembre del 2019, in piena zona Brexit, si è conclusa a favore del Consorzio nostrano che ha visto la sua istanza di opposizione accolta a discapito del gruppo spagnolo che si è trovato costretto ad annullare la richiesta di registrazione.
La popolarità della piada ha ormai di fatto varcato i confini italiani e la vera partita nella crescita dei consumi si gioca proprio al di fuori dei confini nazionali. Se infatti i consumi nel Belpaese sembrano essere arrivati ormai quasi al limite della saturazione, nell'area germanofona dell'Europa cresce la febbre per la piadina. Germania e Austria assorbono infatti circa il 70% del consumo estero della Igp. La popolarità della piada è in forte rialzo anche in Canada e Polonia e il Consorzio si ritrova a sorvegliare con sempre maggiore attenzione su eventuali tentativi di contraffazione che oltre a sottrarre importanti percentuali di profitto, giocano a discapito della stessa percezione qualitativa del prodotto minacciando di fatto di abbassarne per converso anche il consumo. Una situazione che si vuole evitare a tutti i costi per preservare la purezza di questo autentico ambasciatore della Romagna che oltre a caratterizzare il gusto regionale da tempi antichissimi, ha suscitato i versi poetici di Pascoli nutrendo generazioni di riminesi con raffinata semplicità.

 

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