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Oltre 30 anni a sostegno dei più fragili: una bella storia chiamata Gupih

Li abbiamo incontrati presso la loro sede di Corsico, in via Leonardo da Vinci, per affrontare con loro proprio il tema della fragilità sul nostro territorio.

Oltre 30 anni a sostegno dei più fragili: una bella storia chiamata Gupih
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Aiutiamo i nostri amici del  Gupih, come le tante altre associazioni che sul territorio non si tirano mai indietro nel sostegno alle fragilità. Ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa. Sembra poco, ma invece è davvero tanto.

Una bella storia

CORSICO - Sono praticamente nato e sicuramente cresciuto a Corsico. Da quando ne ho memoria, ho sempre sentito parlare del Gupih: l’associazione corsichese, nata ormai nel lontano 1985, che offre un prezioso sostegno per le persone portatrici di handicap. È una delle realtà che, da corsichese, ho sempre dato per scontata. Ma l’errore è di certo il mio: non c’è infatti assolutamente nulla di scontato quando diverse persone decidono di mettersi insieme - e ormai lo fanno da anni - per offrire una presenza costante sul territorio a sostegno delle fragilità.

L'incontro presso la loro sede in via L. Da Vinci

Li ho incontrati presso la loro sede di Corsico, in via Leonardo da Vinci, per affrontare con essi proprio il tema della fragilità e per farmi raccontare come qualcuno provi ogni giorno, con costanza, sudore, tempo e anche denaro a offrire un aiuto e un supporto agli Enti che non sempre riescono ad “arrivare dappertutto”.
Ad accogliermi, presso la loro sede, il presidente Dario Mazzucco, il suo vice nonché tesoriere dell’associazione, Marco Roj, e la segretaria Nanda Grossi.

 

Immagino non sia stato un periodo semplice, quello appena trascorso, per il Gupih e per gli ‘utenti’ che lo frequentano (immagino che non li chiamiate utenti, questo termine mi sembra molto freddo, ndr)?
“Ci piace chiamarli i nostri ‘ragazzi’, anche se non si può proprio dire che anagraficamente lo siano. I ragazzi che frequentano la nostra sede, infatti, sono ormai quasi tutti over 50. Senza dubbio sono stati due anni molto complicati. Dopo i tre mesi nella primavera 2020 in cui tutti abbiamo vissuto il lockdown, noi siamo dovuti rimanere chiusi per altrettanto tempo.

Abbiamo riaperto ai nostri ragazzi a settembre, nel 2020, ma poco dopo è arrivata la seconda ondata, e poi una terza, quarta, e abbiamo dovuto richiudere tutto nuovamente per riaprire successivamente solo per brevi momenti. Così, bene o male, è stato anche il 2021 e l’inizio di questo 2022. È stato molto doloroso non riuscire a offrire il nostro ‘servizio’ rivolto ai nostri ragazzi”.

Quale attività svolge principalmente il Gupih?

“L’attività principale è sempre stata quella di creare momenti di aggregazione per diverse persone disabili del territorio. I nostri appuntamenti fissi sono quelli del giovedì e del sabato pomeriggio, dove andiamo a prendere i ‘ragazzi’ dalle loro abitazioni, dai centri diurni o presso la Sacra Famiglia di Cesano e passiamo un po’ di ore in compagnia: gioco, al chiuso o all’aperto, laboratori di manipolazione, canto o disegno per chi è in grado.

Cercheremo di riprendere gli incontri che avevamo nel corso dell'anno, partecipando alle manifestazioni della città e/o organizzando, insieme ad altre associazioni momenti di animazione: una sorta di “discoteca” presso la nostra sede, laboratori teatrali, progetti nelle scuole, per fare qualche esempio. Due senz’altro sono gli appuntamenti fissi, a cui purtroppo negli ultimi anni abbiamo dovuto rinunciare: la Festa della Befana, momento di gioia e di apertura a tutta la città, e la Pesca di beneficienza in occasione della Sagra di Corsico.

Se per la prima ormai l’appuntamento è al prossimo 2023, perché anche quest’anno eravamo nel pieno della pandemia e abbiamo dovuto rinunciarvi, per la Pesca in via Cavour abbiamo già inoltrato richiesta al Comune per il prossimo settembre. Speriamo finalmente di poter tornare ad una sorta di normalità. Anche se... diversa”.

Poco tempo fa abbiamo parlato indirettamente di voi, ricordando sulle nostre pagine Giuliano e Walter Bovatti, storici volontari della vostra associazione recentemente scomparsi.

“Abbiamo perso due cari amici e volontari instancabili. Ma non sono stati i soli purtroppo. Tra ragazzi e volontari, durante il periodo della pandemia abbiamo perso quasi 15 persone, per Covid o altre cause. Un dolore che è andato a sommarsi ad un periodo generalmente già difficile dal punto di vista emotivo, sia per noi volontari che per i nostri utenti, che ci chiamavano e chiedevano ripetutamente quando avremmo potuto riaprire. A loro è mancato un importante momento di incontro e aggregazione settimanale, cosa che ancora non si è del tutto risolta. Infatti alcuni di essi, residenti presso alcune case famiglia, non possono ancora uscire per partecipare ai nostri pomeriggi insieme. Speriamo di poterli riabbracciare al più presto”.

Come è il vostro rapporto con le Istituzioni, il Comune di Corsico in primis?

“Si cerca sempre di mantenere un rapporto di collaborazione reciproca, nonostante le difficoltà da entrambe le parti. Da un lato l’Ente ha fondi limitati e, durante il periodo di chiusura, abbiamo pagato l'affitto per la nostra sede (in parziale restituzione dalla nuova Giunta). Da parte nostra abbiamo subito, come dicevamo, una sorta di decimazione e, a questo, si è aggiunta una certa difficoltà economica, venendo a mancare i momenti chiave in cui i molti e generosi corsichesi (e non solo. Gupih ha infatti una sede anche a Buccinasco, ndr) si tesseravano all’associazione: la festa della Befana e la Pesca durante la Sagra, in particolare.

Nonostante questo, anche a distanza, non abbiamo fatto mancare neanche in questi ultimi anni il panettone, la colomba e un uovo di Pasqua ai nostri ragazzi. E non vogliamo mai smettere di esserci per loro, sempre”.

Vogliamo fare un appello alla città? Di cosa avete bisogno principalmente?

Al di là dell’aspetto economico, con il sostegno tramite le iniziative che speriamo di tornare ad organizzare durante l’anno, il 5x1000, le donazioni, di certo ci mancano “braccia fresche”. Ci piacerebbe poter abbracciare nuovi volontari: autisti per il trasporto dei ragazzi con i pulmini, in primis, e giovani (o diversamente giovani) volenterosi per i momenti di aggregazione con i nostri ragazzi. L’età avanza anche per noi volontari e di sicuro un po’ di ‘rinforzi’ sarebbero più che benvenuti”.

Voglio fare mio il loro appello

Questo, e non solo è il Gupih. Senza dubbio una bella pagina tratta dall’infinito quanto prezioso tessuto associativo del nostro territorio. Qualcosa, come dicevo in principio, che spesso diamo per scontato: “Ci sono loro per aiutare loro”, è la frase con cui spesso ognuno di noi si autoassolve dal proprio “non fare”. Nel mio piccolo, è stato un piacere e un onore raccontare la loro storia a voi lettori.

E voglio fare mio il loro appello: aiutiamo il Gupih, come le tante altre associazioni che sul territorio non si tirano mai indietro nel sostegno alle fragilità. Un pomeriggio a settimana messo a disposizione, un numero pescato alla Pesca della Sagra, una tessera da sostenitore, un passaggio dato ai ragazzi per gli spostamenti. Ognuno, nel suo piccolo, può fare qualcosa. Sembra poco, ma invece è davvero tanto.
Andrea Demarchi

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