Oltre 150 librai contro la riapertura: "Solo se le condizioni di sicurezza lo permetteranno"

I librai chiedono più attenzione e sicurezza per tutta la filiera editoriale, cliente compreso.

Oltre 150 librai contro la riapertura: "Solo se le condizioni di sicurezza lo permetteranno"
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Oltre 150 librai contro la riapertura: "Solo se le condizioni di sicurezza lo permetteranno".

Oltre 150 librai contro la riapertura: "Solo se le condizioni di sicurezza lo permetteranno"

Immediata la risposta dei librai italiani dopo il decreto che annuncia la riapertura di alcuni servizi, tra cui le librerie. A lanciare la sottoscrizione a una lettera destinata a Giuseppe Conte è stata LED, nuovo soggetto editoriale nato nei giorni dell’emergenza. LED, acronimo di Librai Editori Distribuzione in rete, in poche ore ha raccolto oltre 150 firme di librai che chiedono con piglio deciso e preoccupato più attenzione e sicurezza per tutta la filiera editoriale, cliente compreso.

La risposta dei librai

“Come librai siamo contenti di questa improvvisa attenzione al nostro lavoro, ma ci sarebbe piaciuto ci fosse stata anche prima delle misure governative per il contenimento della pandemia e, soprattutto, ci piacerebbe ci fosse dopo: se siamo dei luoghi essenziali del tessuto culturale italiano, allora sarebbe il caso che questa funzione ci fosse riconosciuta sempre e in modo strutturale, attraverso una serie di misure economiche a sostegno delle nostre attività nel quotidiano. Mentre sono ancora in vigore misure che costringono le persone dentro casa e sospendono la mobilità, viene chiesto a noi librai e, di conseguenza ai nostri lettori, di tornare a muoverci per raggiungere le librerie”.

Tutti i dubbi e le perplessità

I librai spiegano che sono stati costretti a reinventarsi attraverso i canali digitali e studiare formule per continuare a valorizzare la lettura. Ma “in merito alla proposta di riaprire le librerie, molti di noi nutrono una serie di dubbi e perplessità che ci piacerebbe fossero sciolti. Il primo: sono state previste delle indicazioni precise per la sicurezza del nostro lavoro, come l’adozione di specifici dispositivi? È stata pensata una procedura per la sanificazione di libri e ambienti? È stato considerato cosa significhi, dal punto di vista della sicurezza sanitaria, fare muovere tutti i librai d’Italia verso i loro luoghi di lavoro e tutti i nostri lettori in direzione delle librerie, in tempi in cui viene chiesto a tutti i cittadini italiani di restare a casa il più possibile? Andare a comprare un libro sarà una giustificazione valida per uscire, esattamente come andare al supermercato?”.

Come sostenere economicamente la categoria

I librai si interrogano anche sulla riduzione dei canoni d’affitto e su interventi che consentano di riaprire e sulla possibilità di sostenere economicamente queste realtà, “un fondo nazionale o una partnership con i servizi postali, simile nella premessa alle iniziative attualmente sostenute dal contributo libero degli editori, ma su finanziamento statale, per aiutare le librerie a sostenere la gestione economica delle forme alternative di vendita”. Secondo i librai, “riaprire le librerie non può essere considerato un puro gesto simbolico, ma deve essere un'azione strutturata e gestita nella sua complessità, così come dovrebbe avvenire per tutte le altre attività necessarie alla vita sociale. Le librerie sono dei presìdi culturali che vivono costruendo relazioni, dei luoghi che hanno un peso nella creazione di comunità culturali e sociali.

In mancanza di garanzie non intendono riaprire

Ora non abbiamo intenzione di esporci al solo scopo di fingere una “ripresa culturale delle anime” che ci potrà essere davvero solo quando sarà possibile la messa in sicurezza di tutti i corpi. In mancanza di garanzie sulle richieste qui avanzate molti di noi si riservano di non riaprire comunque l’attività finché non sarà possibile esercitare il nostro lavoro nelle condizioni e con le tutele adeguate”.

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