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Nuove misure antismog: tornano le domeniche a piedi

Grandi: "miriamo a ridurre del 50% entro il 2030 il trasporto privato su strada e rendere la città ciclopedonale entro il 2050"

Nuove misure antismog: tornano le domeniche a piedi
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A Milano si discute sulle nuove misure antinquinamento e sul ritorno delle domeniche a piedi.

Nuove misure antismog

MILANO - Come riporta Prima Milano, a Regione Lombardia

"chiediamo di istituire un tavolo di lavoro che sia tale in cui sia la Regione, che il Comune di Milano, che Città metropolitana insieme rivedano quelle che sono le azioni per affrontare questa emergenza". Chiediamo anche di "recuperare l'accordo di bacino che riguarda tutte le città della zona. Siamo alla metà di febbraio e abbiamo già avuto 21-22 giorni di sforamento dei limiti".

Lo ha detto l'assessore all'Ambiente e al Verde Elena Grandi, a margine della conferenza stampa per fare il punto sulla situazione della qualità dell'aria e delle misure antinquinamento del Comune di Milano.

Grandi: "la Regione istituisca un tavolo tecnico"

"I tavoli esistono sulla carta ma non ci sono - ha continuato Grandi -. Dobbiamo fare in modo che ogni tre mesi un tavolo regionale si incontri, si riattivi, e che ci sia anche un tavolo che faccia incontrare Comune, Regione e Città metropolitana. Non possiamo permetterci di non lavorare mai insieme sennò le discrasie sono evidenti" ha aggiunto in merito agli incentivi che il Comune e la Regione offrono a chi compra autovetture: "Noi incentivi a chi compra elettrico, loro a chi compra diesel"; e alle misure emergenziali per contrastare l'inquinamento atmosferico. Quelle di primo grado previste da Regione Lombardia, ha specificato l'assessora, sono le azioni "che noi facciamo già tutto l'anno": "È evidente che dobbiamo avere misure più restrittive, azioni più efficaci. Per farlo però un comune da solo, per quanto grande e importante come quello di Milano, non ce la può fare se non istituiamo un tavolo di lavoro reale con tecnici di tutte le parti, oltre che con la politica, che lavorino alla revisione di tutte le azioni oggi in campo. Non credo che da parte di Regione Lombardia, al di là di chi ci sia al governo e alle parti politiche, ci sia così tanta insensibilità sul tema", ha concluso Grandi.

Move-In ridotto a livello regionale

"Secondo noi il Move-In deve essere ridotto a livello regionale. Noi l’abbiamo già ridotto a livello comunale e stiamo valutando insieme all’assessore Censi e al sindaco come ridurlo ulteriormente".

Lo ha detto in merito alla possibilità di diminuire il chilometraggio da percorrere in città, concesso in deroga ai limiti di inquinamento di Area B e Area C, alle auto su cui è installata la scatola nera, chiamata 'Move-In'. Comunque, ha specificato Grandi,

"noi riduciamo il Move-In dentro il Comune di Milano, ma non sarà risolutivo se non lavoriamo a livello regionale, perché il Move-In a livello regionale non pone limiti".

Introduzione delle domeniche a piedi

"Sulle domeniche a piedi stiamo facendo un bel ragionamento grazie anche ai nostri consiglieri comunali di Europa Verde, l’assessore Censi e il sindaco. Siamo in una fase di studio per capire come spalmarle e fare una sperimentazione di luoghi in cui a macchia di leopardo poter organizzare delle domeniche a piedi. Non riducono in un giorno le polveri sottili - ha specificato Grandi -, ma hanno la funzione di trasformare la visione della città.

Credo che non sia più tempo di dare incentivi a chi compra automobili diesel, a benzina e a combustione. In realtà forse non bisognerebbe dare gli incentivi proprio a nessuno". 

Obiettivo: dimezzare il traffico entro il 2030

"Diciamo innanzitutto che sulla mobilità si deve agire. A Milano miriamo a ridurre del 50% entro il 2030 il trasporto privato su strada e rendere la città ciclopedonale entro il 2050". Al momento, "a Milano entrano più di 600.000 macchine tutti i giorni". Un problema, ha continuato Grandi, che "riguarda il trasporto pubblico su ferro e gli investimenti a livello nazionale e regionale, tutti indirizzati sul trasporto su gomma. Se queste risorse fossero state investite sul trasporto su ferro, non avremmo impiegati del Comune che impiegano 2 ore e mezzo per tornare a casa. Senza contare che tutte queste macchine non sappiamo neanche dove parcheggiarle".

Forme alternative di riscaldamento

A livello comunale, l'amministrazione sta valutando di introdurre misure per l'incentivazione di forme alternative di riscaldamento, come quello geotermico e fotovoltaico:

"Da due anni non abbiamo più caldaie a gasolio a Milano. Dobbiamo ragionare sul grande potenziale di una città che galleggia sull'acqua. Stiamo lavorando con gli uffici, la direzione e altri assessorati su come incentivare la geotermia che sarà e dovrà diventare una risorsa".

Grandi arriva a toccare ambiti che con l'inquinamento si pensa erroneamente che abbiamo poco a che fare, come i cantieri:

"Penso alla clean construction, alle emissioni zero non solo sul costruito ma anche nel costruire"; per poi tornare sul tema dell'utilizzo delle risorse economiche, lanciando una stoccata al Governo:

"Investimenti devono essere fatti perché la tecnologia ci aiuta. Se davvero vogliamo andare verso una transizione ecologica vera, giusta e sostenibile, questi interventi - in riferimento principalmente all'edilizia green e ai trasporti su gomma - non devono essere messi in cima a una lista a posto del ponte sullo stretto?".

Le nuove misure

Tra le misure antinquinamento descritte per la città di Milano, oltre al piano locale e nazionale, molte coinvolgono direttamente anche la Regione. Istituzione di tavoli tecnici "scevri da ideologie e preconcetti" per coordinare ai diversi livelli le azioni in materia, riduzione delle percorrenze della scatola nera Move-In, revisione della destinazione degli incentivi per chi acquista automobili, da "sospendere per chi compra vetture che non siano elettriche". In aggiunta a tutto questo, come segnalato in una lettera che Grandi ha scritto insieme all'assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Arianna Censi, all'assessore all'Ambiente e al Clima di Regione Lombardia, Giorgio Maione, la richiesta di "maggior serietà e maggior restringimento delle regole della Regione" in fatto di provvedimenti emergenziali. Il Pria (Piano regionale degli interventi per la qualità dell'aria) impedisce al Comune di agire in maniera più restrittiva quando i livelli di inquinamento salgono sopra la soglia di guardia. Per questo, Grandi e Censi hanno chiesto alla Regione di poter applicare le misure antismog di primo livello dopo 2 giorni di sforamento dei limiti di PM10, contro i 5 attuali, passati i quali, secondo l'amministrazione comunale, dovrebbero essere invece attivate le misure di secondo livello. Tra quelle di primo livello ci sono l'abbassamento di un grado delle temperature dei riscaldamenti, la loro accensione posticipata e il loro spegnimento anticipato. Cose che il Comune, ha specificato Grandi, "fa tutto l'anno a prescindere dalla situazione di emergenza". Le misure di secondo livello, sul piano regionale, riguardano solo, ha detto la Grandi, "le biomasse e i camini a legna".

"Le biomasse a Milano non le vogliamo più usare. Avevamo nel nostro regolamento dell'area il divieto di usare biomasse sia nelle pizzerie che per i riscaldamenti delle case. Abbiamo avuto chi ha fatto un ricorso e lo ha vinto. Avendo perso dobbiamo abbozzare, ma io credo che anche in questo Regione Lombardia dovrebbe ragionare. Se in una valle di montagna la biomassa ci può stare, in un centro non ci può stare. Il problema è troppo serio, c'è la gente che muore. Ci sono i bambini con la bronchite cronica e gli anziani che muoiono 5 anni prima del dovuto. Di questa cosa noi dobbiamo farci carico".

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