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Note di Daniele | La sindrome di Tanguy

A trent’anni non vuole lasciare la casa dei genitori, il padre lo cita in tribunale e vince

Note di Daniele | La sindrome di Tanguy
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Popolo dei Navigli Buongiorno, oggi è Sabato 13 Aprile e le mie “Note” si soffermano su un articolo pubblicato da “La Stampa” di Torino ovvero: “A trent’anni non vuole lasciare la casa dei genitori, il padre lo cita in tribunale e vince”.

L'episodio

Questa è la particolare storia avvenuta a Torino. L’avvocata dei genitori: “Un messaggio educativo sofferto ma necessario”. Il giovane dovrà lasciare la casa entro tre mesi ! ! ! La vicenda, entrata nelle aule del tribunale, ha visto un Padre andare in giudizio contro il proprio Figlio 30enne che, terminata la scuola superiore, ha Occupato una Casa di Famiglia per undici anni.

La valutazione del giudice

Il Giudice ha così valutato gli interessi contrapposti, valutando anche la Difficoltà odierna dei Giovani nel reperire un Lavoro che li renda Autonomi. Il legale del Papà ha commentato l’iniziativa del proprio assistito, giustificandola con una Finalità Educativa.Personalmente ritengo che una causa in Famiglia è ancora di più tra Genitori e Figli sia una sconfitta clamorosa per Tutti il solo pensiero che una cosa del genere possa succedere mi fa rabbrividire. Altro che Finalità Educativa ! ! !

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Il rapporto genitore/figlio

Se così fosse, il Tribunale si sarebbe Sostituito a un Genitore incapace di creare un rapporto sano con il Figlio, fatto di:
•⁠ ⁠condivisione di idee
•⁠ ⁠⁠esempi
•⁠ ⁠⁠confronto
•⁠ ⁠⁠amore
Quindi questa storia per me non ha alcun valore sotto l’aspetto giuridico (in caso di bisogno, il Figlio avrebbe cercato e certamente trovato un Lavoro per Vivere), ma costituisce solo l’ennesima conferma di una gestione pessima dei rapporti. È mai possibile che grazie ai Social un Genitore sappia cosa fa il Figlio la Sera o in Vacanza e poi non riesca a dialogare con le stesso in modo proficuo ? ? ? Tutta questa “osannata”comunicazione è solo fumo negli occhi ? ? ?

Nel passato

Mah . . . mi sorprendo e mi rattristo, pensando come con i Nostri Genitori si parlava forse anche poco ma ci si intendeva quasi Sempre e alla Grande. Per la serie poche Parole ma tanti Fatti, esempi da seguire . . . e Nessun Giudice che dicesse cosa fare. Una cosa però la devo aggiungere perché ce l’ho qui sulla punta della “lingua” la nostra generazione Ascoltava di più, era più intraprendente, voleva Capire, voleva Arrivare, non si accontentava di Vivacchiare in Famiglia perché aveva l’Ambizione di Crescere e di Raggiungere quell’Obiettivo chiamato “Indipendenza”. Un bacio e un abbraccio a Tutti i Nostri Giovani che, nonostante Tutto, io continuo ad Amare . . . Forza ce la Farete anche Voi ! ! !

Daniele Squatriti

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