Lungo corteo e contestazioni silenziose: il 25 aprile di Corsico (FOTO)

In una giornata caldissima cittadini e associazioni hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione.

Lungo corteo e contestazioni silenziose: il 25 aprile di Corsico (FOTO)
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Lungo corteo e contestazioni silenziose: il 25 aprile di Corsico.

Lungo corteo e contestazioni silenziose: il 25 aprile di Corsico

CORSICO – La democrazia è una conquista quotidiana. Lo ha espresso bene il presidente di Anpi Maurizio Graffeo che ha parlato subito dopo il sindaco Filippo Errante alla celebrazione per il 25 aprile. Un lungo corteo partito da via Roma, di fronte al Municipio, con destinazione Monumento ai Caduti, di fronte al cimitero. Accompagnati dalle note della banda musicale (e Bella ciao questa volta, diversamente da due anni fa quando fu vietata, l’hanno suonata) e da tutte le forze dell’ordine (carabinieri, polizia locale, guardia di finanza), i cittadini hanno preso parte al corteo in una giornata caldissima.

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I ragazzi del Collettivo Controvento

Ma il clima si annunciava rovente, considerando le contestazioni espresse sui social dai ragazzi del Collettivo Controvento che si sono dissociati dall’amministrazione e anche da Anpi, colpevole, per i giovani, di aver sfilato al fianco dei “rappresentanti di un Comune che si è distinto per aver concesso patrocini ad associazioni filo fasciste, mascherate da buoni propositi come il sostegno ai bambini”, hanno detto i giovani di Controvento riferendosi al patrocinio dato al gruppo Bran-co di Monza poi contestato da Anpi perché “diretta emanazione del gruppo neofascista Lealtà e Azione”.

Il presidente Anpi Graffeo e il sindaco Errante

L’ha ribadito anche Graffeo, al microfono, quando ha ricordato che fare resistenza significa anche “prestare attenzione a chi si decide di appoggiare, soprattutto in questi tempi drammatici dove i rigurgiti neofascisti si fanno vivi e pericolosi. Chi è morto per liberarci non avrebbe mai pensato di vedere risorgere questi movimenti contro i quali hanno perso la vita, per liberare ognuno di noi”. Il presidente di Anpi ha parlato anche di profughi e della necessità “di aiutare, stare uniti, di liberare chi vive ancora oggi una guerra letale". Il sindaco Errante ha parlato invece di libertà, di conquiste, di uomini che muoiono sul lavoro, di donne aggredite e uccise, di responsabilità dove “ognuno deve combattere per la libertà, contro ogni sopruso e forma di tirannia”.

La contestazione silenziosa dei giovani di Controvento

I ragazzi del Collettivo si sono posizionati davanti al sindaco, per terra, seduti, dandogli le spalle. Vicino, lo striscione “25 aprile…sempre”. In mano, i cartelli che ricordavano Bozzi, Rebizzi, Barbieri, Alippi, corsichesi morti sotto i colpi di fucile in tempo di guerra. Hanno ricordato anche il partigiano Giancarlo Moscatelli, scomparso un anno fa. Corsichese doc che ha vissuto la Resistenza in prima linea, senza paura neanche delle pallottole che gli fischiavano vicino alle orecchie. I giovani di Controvento hanno contestato il sindaco il modo silenzioso, dandogli la schiena e intonando Bella ciao dopo il suo discorso. Sempre di spalle. Le hanno date anche a Graffeo, durante il suo intervento.

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Nessuna polemica accesa

“Ingiusto, così. La protesta politica ci sta, ma dando la schiena anche al presidente di Anpi hanno dimostrato di dare le spalle alla storia italiana”, ha sussurrato qualcuno. “Un gesto voluto – hanno risposto i ragazzi –, per dimostrare la nostra contrarietà alla scelta dell’associazione di lasciare che a guidare il corteo e a parlare fosse un sindaco che ha patrocinato un’associazione vicina a ideali fascisti”. Una contestazione annunciata, insomma. Ma silenziosa e senza polemiche accese.

La banda, i canti e l'omaggio degli anziani

Dietro al monumento, i cittadini e le associazioni hanno steso una lunga bandiera della pace. Alcuni si sono commossi all’Inno suonato dalla banda che instancabile ha continuato a esibirsi sotto il sole a 30 gradi. I ragazzi hanno poi intonato i canti partigiani, gli anziani hanno appoggiato un fiore al monumento, altri hanno legato al collo la bandiera tricolore. Poi, dalla folla, esce un ragazzino, neanche 13 anni. Sta piegando la sua bandiera, a cerimonia finita. E tu che ci fai qui? Gli chiedo. “Se non ci fosse stata la Liberazione tanti anni fa, io non potevo essere qui”, risponde senza esitare un attimo. E aggiunge la cosa più genuina e sincera, che sovrasta tutte le altre parole: “Oggi ci sono perché è importante esserci”.

Francesca Grillo

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