L'Europa incontra le Regioni: Territori nevralgici per la messa a terra del Pnrr
Successo per l'incontro promosso dall'Ufficio del Parlamento europeo a Milano e ospitato nella serata di ieri, lunedì 14 novembre, al Meet, dove le istituzioni hanno incontrato gli stakeholder sviscerando i temi di caro energia e guerra in Ucraina. Pirellone scettico di fronte ai paletti fissati nell'ambito del piano per la transizione ecologica
Le disuguaglianze, il caro energia e le ripercussioni della guerra in Ucraina hanno dominato il dibattito nella serata di ieri, lunedì 14 novembre, negli spazi del Meet a Milano in occasione dell'evento promosso dall'Ufficio di Milano del Parlamento europeo e organizzato dal gruppo editoriale Netweek, con il patrocinio di Fondazione Cariplo, dal titolo "L'Europa incontra le Regioni - Le disuguaglianze, il caro energia e le ripercussioni della guerra in Ucraina".
Le istituzioni incontrano gli stakeholder
Un'occasione che è servita a far dialogare le istituzioni e gli stakeholder della Lombardia affrontando proprio i temi caldi del dibattito nazionale ed internazionale.
Per farlo un parterre nutrito e di alto profilo composto da: Fabrizio Sala, vice presidente di Regione Lombardia, gli europarlamentari Carlo Fidanza, Alessandro Panza, Patrizia Toia (in collegamento) e Maria Angela Danzì. Sul palco, quindi, Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo, e Maria Anghileri, chief operating officer del gruppo Eusider e vice presidente nazionale del gruppo Giovani imprenditori di Confindustria.
Il saluto di Molinari
L'incontro si è aperto con il saluto del diretttore del Parlamento europeo in Italia Maurizio Molinari, che ha aperto i lavori chiarendo meglio il significato: "Occasioni come questa rappresentano una piccola goccia in grado di permettere a decisori politici e attori economici cosa gli uni possono offrire agli altri, tutto questo ad unico scopo: uscire dal momento di crisi che stiamo vivendo. Una crisi senza precedenti".
Il discorso di Fontana
Il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, causa un imprevisto, ha affidato a un messaggio video il suo saluto augurale, sottolineando come, di fronte alle varie crisi aperte, "l'Europa deve reagire con una voce unica, decisa e autorevole, come ha sempre fatto". Quanto agli investimenti andati in porto finora, ha detto Fontana, "il Piano Lombardia ha consentito di stanziare risorse per 4 miliardi, somme ingenti che però non ci mettono al riparo dalla preoccupazioni legati agli sconvolgimenti a cui stiamo assistendo, che sono evidentemente oltre confine. Parafrasando il più influente degli economisti, Keynes, è dunque il momento di domandarci quale ordine economico e politico si ristabilirà, che futuro avranno le federazioni, un'Europa più forte o più debole? Dobbiamo essere coscienti che il Mediterraneo tornerà ad essere punto di riferimento. Come Lombardia saremo pronti, lo stiamo dimostrando nella realizzazione del Pnrr. Anche Bruxelles deve fare lo stesso, affinché l'Unione non sia soltanto legata alla moneta bensì alla condivisione di linee di difesa e sviluppo, specie nei confronti di quelle che possono essere definite come economie emergenti".
Sala: "Aiuti per piccole e medie imprese, nostra spina dorsale. Non raggiungeremo per tempo obiettivi Fit for 55"
Ha fatto appello al realismo il vice presidente nonché assessore all'Istruzione, Università e Ricerca Sala quando ha evidenziato due principali limiti legati prima al Pnrr e poi al Fit for 55, il piano dell'Ue per la transizione ecologica. Nel caso del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha rimproverato Sala, "molti degli investimenti non passano attraverso le regioni. Noi li intercettiamo, grazie alla collaborazione con le Università, ma sul tema energetico come Regione Lombardia non intercettiamo risorse dirette. Per questo abbiamo varato un piano da 4 miliardi capace di dare sostegno alle piccole e medie aziende, che in Lombardia corrispondono al 95% delle 810 mila imprese attive. Per questo lavoriamo per ottenere i bandi dell'Unione europea stessa che, per il prossimo settennato, raddoppieranno. Oggi è un grande compito quello svolto dall'Europa". Nel secondo caso, quello relativo al processo verso un'Europa più ecologica, il numero due del Pirellone ha tenuto a precisare che "la Lombardia non è come altre aree del mondo e pertanto non si possono applicare gli stessi provvedimenti che accomunano le altre aree europee. Non ce la farà a ridurre le emissioni di Pm10 entro il 2030, è utopia illudersi che lo possa fare. Il superamento del Pm10. Se dovessimo ridurre da 35 giorni il limite saremmo già fuori. Ridurlo a 18 giorni significherebbe spegnere oltre l'80% della nostra produzione. Non riusciamo a invertire il trend, nonostante le proroghe. Anche sul fronte energetico non riusciamo ad essere in linea con quanto prevede l'Ue, la quale impone di implementare di 8 gigawatt l'utilizzo delle energie rinnovabili, il tutto mentre siamo alle prese con un'altra crisi di natura idrica. Il fotovoltaico può essere una soluzione, peccato che, secondo quanto abbiamo osservato, ogni Comune dovrebbe dotarsi di una superficie pari a 10 campi da calcio in pannelli. Per questo servono investimenti sul lungo termine da parte del pubblico, nella speranza che vengano ritarati i parametri odierni".
Il pensiero di Fidanza
Anche Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d'Italia, ha descritto il processo avviato da Bruxelles quale "transizione a tappe forzate". Sostenibilità ambientale, economica e sociale devono infatti andare di pari passo, "cosa che invece non sembra toccare le corde dell'attuale mandato, fortemente caratterizzato da un'ideologia che porta con sé interessi economici diversi dai nostri".
Interessi economici europei che, ha continuato Fidanza, sono frutto di un errore di fondo che ha riguardato il modo di vivere l'Europa dentro lo scenario della globalizzazione. Lo dimostrano "le catene di valore lunghissime, la deindustrializzazione e, non da ultimo, la scelta di disinvestire sul gas europeo da parte della Germania con la costruzione del Nord Stream 2". Una perdita di visione strategica che ha avuto a che fare anche con l'approvvigionamento di cibo e materie prime. Infatti, ha aggiunto, "dopo il doppio schock asimmetrico che abbiamo vissuto, prima la pandemia e poi la guerra in Ucraina, ci siamo risvegliati debolissimi. Abbiamo compreso l'importanza dell'auto produzione e della Nato". Ora come ora, ha detto, "bisogna riportare le produzioni strategiche verso Europa, un'operazione costosa e che deve fare i conti col fatto che gran parte dei buoi siano scappati, e cercare l'unità nel sostegno alla politica strategica del Price Cap e, a livello nazionale, del disaccoppiamento tra prezzo del gas ed energia elettrica prodotta da altre fonti, quindi un parametro finanziario diverso dal Ttf di Amsterdam".
Il lavoro di Fondazione Cariplo
Il Pnrr è finito al centro del ragionamento svolto da Giovanni Fosti, che ha premesso: "Il piano non va letto come piano di spesa, ma di riforme messe in campo perché accompagnate da piano di spesa". Il rischio, ha spiegato, è che "i Comuni più piccoli siano svantaggiati rispetto all'ottenimento delle risorse". Un ruolo da facilitatore, in questo senso, lo giocherà proprio la Fondazione, pronta ad intervenire su una triade di aspetti: "Sono tre le linee di azione che ci guideranno: accompagneremo lo sviluppo di idee progettuali, sosterremo i soggetti nella fase di progettazione esecutiva degli interventi e amplieremo le risorse destinate alla parte esecutiva. Dal punto di vista del metodo, siamo consapevoli delle difficoltà di questi compiti. Il vero ostacolo da superare tuttavia ha a che fare con le competenze, è paradossale infatti constatare come, al momento, abbiamo più soldi che risorse umane. Su questo bisogna lavorare". Tra gli interventi in scaletta, che vedranno protagonista la fondazione, troviamo per esempio i contributi dedicati al contrasto alla povertà energetica che sta colpendo famiglie e imprese. E in questo momento difficile l’istituzione guidata dal presidente Fosti ha deciso di incrementare le erogazioni: fondi sono passati da 150 a 170 milioni.
Da Bruxelles l'europarlamentare Toia
A collegarsi via streaming da Bruxelles è stata l'europarlamentare del Pd Patrizia Toia, che ha posto l'accento sul concetto di "sovranità industriale, che vuol dire recuperare la nostra vocazione manifatturiera, coniugando la politica industriale con quella ambientale. La via da seguire rimane quella del Green deal, voluto dalla presidente della Commissione europea Von der Leyen, che è donna del Ppe tedesco e persona molto concreta. E' necessario porci sulla traiettoria della sostenibilità".
In merito ai paletti fissati dall'Ue per la riduzione delle emissioni e la transizione ecologica, Toia ha tirato dritto: "Il provvedimento dell'auto riguardante la fine del motore a combustione è una sfida, ci potrebbe volere qualche anno in più, certo. Se vogliamo competere per il futuro, però, oggi dobbiamo avere una visione concreta, chiedendoci come l'Europa possa competere nel campo dell'automotive. Serve una politica industriale decisa e coerente".
Il punto di vista delle aziende
Dei riflessi che stanno avendo le criticità globali ha parlato Maria Anghileri, che in qualità di rappresentante degli imprenditori, ha valutato "come positiva la scelta del Governo di destinare più di 9 miliardi al tema energetico. Una misura, questa, che si aggiunge all'iniziativa del gas relaese nei nostri mari, le cui estrazioni devono essere poi regolate da un accordo che preveda la fornitura di energia a prezzi calmierati per le imprese energivore". Ma la priorità, secondo Anghileri, risiede in ben altro: "L'Italia deve intervenire sul cuneo fiscale, che pesa per il 46,5%, uno dei più elevati in Europa. Serve un taglio delle tasse sul lavoro da 16 miliardi da destinare ai redditi sotto i 35mila euro, di cui 2/3 a favore dei lavoratori. Così facendo questi ultimi otterrebbero circa 1.200 euro all’anno in più, in modo strutturale.
I dubbi di Panza
Dal canto suo l'europarlamentare della Lega Alessandro Panza ha denunciato "la troppa fretta con cui l'Italia sta avviando le opere grazie ai finanziamenti del Pnrr".
"Tanti comuni hanno fatto un sacco di palestre - ha dichiarato Panza - fra 5 anni queste realtà saranno in grado di sostenersi Oppure chiederanno una mano a Fondazione Cariplo? Finora è mancata la programmazione, per la fretta di dover spendere i soldi in alcuni campi. E' importante che gli Enti intermedi intercettino le necessità dei piccoli Comuni affinché il Pnrr sia un volano e non sinonimo di costi futuri".
Sempre in riferimento al Pnrr, lo stesso si è detto favorevole ad una modifica che tenga conto del contesto attuale, imitando quanto fatto sul piano dell'energia col varo del Piano Repowereu. "In risposta alle difficoltà e alle perturbazioni del mercato energetico mondiale causate dall'invasione russa dell'Ucraina, la Commissione europea ha voluto il piano che punta a risparmiare energia, produrla in maniera pulita, e diversificare il nostro approvvigionamento energetico. È sostenuto da misure finanziarie e provvedimenti legislativi volti a costruire la nuova infrastruttura e il nuovo sistema energetici di cui l'Europa ha bisogno".
I ragionamenti di Danzì
La svolta green parte tuttavia dal basso. Lo sa bene l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Danzì che ha esortato i piccoli Comuni a dotarsi di luci a led e sostituire le caldaie che funzionano a gasolio. Piccoli gesti che devono, giocoforza, "andare a braccetto con azioni corali da parte dei 27 Paesi membri dell'Ue, poggiando sui benefici del Pnrr". La stessa ha infine avanzato una duplice proposta: promuovere il teleriscaldamento e insistere sulla creazione delle Comunità energetiche lombarde.