L'azienda che "regala" 1000 euro se porti un nuovo collega
E' una delle tante idee delle aziende per trovare nuovi impiegati
Il settore dei trasporti pubblici sta affrontando una crisi sempre più preoccupante, dovuta alla crescente carenza di autisti. Le aziende del settore in tutto il continente stanno facendo i conti con posti di conducente vuoti, difficoltà a coprire le corse programmate e l'aumento dei tempi di attesa dei passeggeri.
L'azienda che "regala" 1000 euro se porti un nuovo collega
MILANO - In Italia ci sono alcune regioni che sono colpite maggiormente dalla carenza di autisti per il trasporto pubblico. Tra queste c'è anche la Lombardia. L'azienda di trasporto pubblico Atm ha un deficit di 300 autisti, mentre altre compagnie come Autoguidovie stanno adottando misure per attirare nuova forza lavoro.
Uno dei modi più recenti e innovativi per attrarre nuovi dipendenti è offrire incentivi e benefici. Autoguidovie, ad esempio, ha introdotto un'interessante iniziativa: chi porta un nuovo collega dall'esterno viene ricompensato con un credito welfare di mille euro. Un meccanismo simile a quelli utilizzati dalle aziende per aumentare il numero di clienti. L'obiettivo in questo caso è attrarre dipendenti.
Tante le idee
Questa soluzione è solo una delle tante che le aziende di trasporto stanno adottando per cercare di risolvere la carenza di autisti. L'Atm, ad esempio, offre la copertura delle spese per le patenti e le certificazioni di guida, mentre altre società forniscono contributi per i primi mesi di affitto. Non mancano neanche i corsi gratuiti di formazione.
Questa situazione è destinata a peggiorare negli anni a venire, come evidenziato dagli analisti. Gli effetti negativi sulla popolazione sono già evidenti, con meno corse dei mezzi pubblici e tempi di attesa più lunghi. Le pubblicità per la ricerca di personale sono sempre più frequenti, sia online che sui siti web delle agenzie per il trasporto locale.
Il presidente dell'Agenzia per il trasporto locale, Francesca Zajczyk, ha sottolineato il problema in una recente nota:
"Ci troviamo ad affrontare un problema diffuso e delicato, che evidentemente contrasta con la necessità di garantire i migliori standard di trasporto pubblico possibile per la cittadinanza".
Mancano giovani
Uno storico autista dell’Atm, a fine carriera, racconta:
"La mia generazione sta andando in pensione e non si trovano giovani pronti a sostituirla. Un tempo il servizio di leva assicurava le patenti, che poi venivano convertite per guidare i bus, ma oggi corsi e certificazioni costano. Gli stipendi prima permettevano a un conducente di mettere su famiglia e fare una vita discreta, mentre oggi con la paga di ingresso un ragazzo a Milano sopravvive a malapena. E non è solo un problema di nuovi assunti, perché molti di noi, avendo le patenti per i grossi mezzi, stanno andando a fare gli autotrasportatori, dove vengono pagati meglio e non devono fare turni, notti, festivi. Il mondo del lavoro nel nostro settore sta cambiando e se le aziende non inventano qualcosa di nuovo di autisti per prendere il nostro posto non ne troveranno più".
Un problema europeo
La carenza di autisti non è solo un problema italiano, ma riguarda l'intera Europa. Secondo un recente rapporto dell'IRU, l'associazione con sede a Ginevra che rappresenta il settore dei trasporti a livello globale, in Italia le aziende di trasporto pubblico hanno l'11% dei posti vacanti per autisti, una percentuale simile a quella di altri paesi come la Germania, la Spagna e il Regno Unito. La metà delle aziende considera questa situazione come "criticità molto grave".
La situazione demografica peggiora ulteriormente, con solo il 3% dei conducenti di età inferiore ai 25 anni e il 41% di autisti sopra i 55 anni. Ciò significa che su mille autisti, più di 400 sono vicini alla pensione e solo 30 sono stati appena assunti. Questo evidenzia come la copertura dei posti vacanti diventerà sempre più complicata ogni anno che passa.