Negozio intitolato Pietro Sanua, il figlio chiede di togliere la targa

“Non si tratta di una polemica politica, non voglio che questo mio gesto personale venga strumentalizzato".

Negozio intitolato Pietro Sanua, il figlio chiede di togliere la targa
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Negozio intitolato Pietro Sanua, il figlio chiede di togliere la targa

Negozio intitolato Pietro Sanua, il figlio chiede di togliere la targa

CORSICO – Nella storia della morte di Pietro Sanua ci sono ancora tanti dubbi. Mandanti, colpevoli, incertezze che non fanno dormire la notte il figlio Lorenzo che da anni si batte per scoprire la verità sulla morte di suo padre. Anche perché negli occhi ce l’ha ancora impressa l’immagine del padre che si piega sul volante del furgoncino, in quella maledetta alba di febbraio. Stavano andando a montare il banchetto al mercato di Corsico, Pietro faceva l’ambulante, vendeva frutta e verdura. Una vita di sacrifici.

Un figlio alla ricerca della verità

Una mano gliela dava Lorenzo, con le sveglie all’alba e le cassette di frutta da scaricare. Era il 1995, Pierino e Lorenzo sono sul furgone, in via di Vittorio. Si affiancano a loro, esce fuori dal finestrino la canna di un fucile a pallettoni, parte un colpo. Fatale per Pierino, che si accascia subito, senza vita. Lorenzo è al suo fianco, allora ventenne. Da allora combatte, vuole sapere la verità. Perché tra tanti dubbi c’è solo una certezza: Pierino l’ha ammazzato la mafia. Un uomo buono, determinato, coraggioso. Aveva sfidato chi gestiva le assegnazioni dei banchetti dei fiori davanti ai cimiteri, aveva sfidato qualcuno che nessuno aveva osato contraddire.

Aveva alzato la testa, quando tutti strisciavano.

Lo aveva fatto perché anche lui era ambulante, lo aveva fatto perché era presidente provinciale dell’Associazione nazionale della Confesercenti, lo aveva fatto semplicemente perché andava fatto. Lo hanno ammazzato a 47 anni a Corsico. Nel 2016 il Comune ha intitolato alla memoria di Pietro il negozietto di via Cavour al 9, strappato al clan dei Sergi. Affidato a una cooperativa, all’inizio sembrava funzionare, pareva che l’idea di vendere prodotti bio potesse piacere. Poi, la gestione si è rivelata fallimentare e la luce che avrebbe dovuto illuminare quelle due vetrine ha iniziato man mano a spegnersi. Un buio che ha ferito Lorenzo, lui che era orgoglioso di quella targa intitolata a suo papà messa proprio lì, nella via più centrale di Corsico. Per non dimenticare.

La richiesta al sindaco: “Non si tratta di una polemica politica"

“E invece se lo sono dimenticati un po’ mio papà – alza le spalle –. È stato fatto troppo poco per valorizzare quello spazio, quel bene confiscato che per assumere valore vero deve vivere, non morire. Altrimenti non serve a nulla”. Per questo Lorenzo ha chiesto al sindaco Filippo Errante di rimuovere la targa dedicata a Pierino. Ci tiene però a specificare e chiarire una cosa: “Non si tratta di una polemica politica, non voglio che questo mio gesto personale venga strumentalizzato – precisa Lorenzo –. Nessun attacco all’Amministrazione e nessuna polemica. Avrei agito allo stesso modo con chiunque, la politica non c’entra”.

"Luoghi che non devono essere abbandonati"

Quello su cui Lorenzo vuole porre l’attenzione è l’uso che viene fatto dei beni confiscati, che non devono essere abbandonati. Il sindaco si è detto “dispiaciuto per la decisione. Purtroppo abbiamo dei tempi tecnici e burocratici da rispettare. Una volta conclusa l’esperienza della cooperativa Cometa nella gestione del negozio, abbiamo dovuto riproporre il bando, rispettare i doverosi passaggi. A breve sarà inaugurata la biblioteca dei bambini: pensiamo che sia un modo giusto per far vivere quel luogo. Lo intitoleremo al giudice Borsellino. Rispettiamo e prendiamo atto della decisione della famiglia che pare sia irrevocabile”. Lo è davvero, perché Lorenzo ha deciso che il nome di suo papà deve vivere, e non rimanere nel buio di un negozio chiuso.

Francesca Grillo

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