Inaugurata la panchina gialla per Giulio Regeni e Patrick Zaki
La panchina è stata posta accanto ad una rossa dedicata a Lea Garofalo perché, ha spiegato la presidente del Municipio 8 Pelucchi, “piazza Prealpi diventi una piazza dei diritti”.
Inaugurata la panchina gialla per Giulio Regeni e Patrick Zaki.
Inaugurata la panchina gialla per Giulio Regeni e Patrick Zaki
MILANO - Persone di tutte le età, ma soprattutto gli studenti del liceo scientifico Bottoni e dell'istituto comprensivo statale Alda Merini hanno riempito, stamani, piazza Prealpi per l'inaugurazione, su iniziativa del Municipio 8, della panchina gialla dedicata a Giulio Regeni e Patrick Zaki.
L'inaugurazione in piazza Prealpi, la piazza dei diritti
Presenti la presidente del Municipio 8, Giulia Pelucchi, e rappresentanti di Amnesty International, Libera, Emergency e Anpi. La panchina gialla è stata posta accanto ad una rossa dedicata a Lea Garofalo perché, ha spiegato Pelucchi, “piazza Prealpi diventi una piazza dei diritti”.
Le parole della presidente del Municipio 8
"Queste panchine sono il simbolo di persone i cui diritti sono stati negati e violati. Sono dei simboli che devono ricordare a chiunque ci passa e li incontri che questi fatti non devono più capitare, dai femminicidi fino ad arrivare a Giulio Regeni e a Patrick Zaki. Di quest’ultimo ci auguriamo che possa risultare innocente e che il processo si chiuda quanto prima", ha detto la presidente del Municipio 8, sottolineando come l'inaugurazione sia stata decisa oggi nel secondo anniversario dell'arresto di Patrick Zaki.
Amnesty International: al telefono con Patrick
"Noi di Amnesty abbiamo avuto il piacere e l’onore di parlare con Patrick. Lui ci ha detto che dal carcere non si sentiva solo perché sapeva che c’erano persone in tutta Italia che erano vicine a lui e che continuavano a lottare per lui. Questo è molto importante: dare sostegno ad una persona e non farlo sentire solo. Patrick è anche cittadino onorario della città di Milano. Questo è uno dei segnali che possiamo lanciare per continuare a chiedere giustizia e libertà per lui", ha spiegato Martina Scrivani della sezione italiana dell'Ufficio Attivismo di Amnesty International.