In Regione Lombardia si cambia strategia: iniziano i tamponi di comunità

La "ricetta veneta" arriva in Lombardia

In Regione Lombardia si cambia strategia: iniziano i tamponi di comunità
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In Regione Lombardia si cambia strategia: iniziano i tamponi di comunità.

In Regione Lombardia si cambia strategia: iniziano i tamponi di comunità

MILANO - A quattro mesi dallo scoppio dell’epidemia e conclusa la fase di picco, Regione Lombardia cambia strategia e “adotta” quella utilizzata nelle prime fasi in Veneto, e risultata vincente.

Cambio di strategia contro l’epidemia Covid

Per mesi, quando gli aumenti dei nuovi casi arrivavano giornalmente a centinaia e migliaia, il leit motiv a chi chiedeva più tamponi era sempre lo stesso: “Stiamo seguendo le indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, i tamponi si fanno solo a chi ha sintomi”. Una scelta che, in un periodo segnato dalla rincorsa al virus e ai contagiati, non ha però permesso quell’operazione di ricerca dei positivi e soprattutto degli asintomatici che avrebbe probabilmente limitato la diffusione del contagio.

L'esempio del Veneto

Una scelta più volte criticata da tutte le parti, visto soprattutto il vicino esempio del Veneto che, su spinta del professor Crisanti, ha deciso in maniera diversa dall’Iss: dopo la “scoperta” di un positivo, tamponi subito a tutti coloro che potrebbero aver avuto un contatto con lui. Una strategia questa risultata vincente perchè ha permesso di individuare e circoscrivere subito ogni nascente focolaio evitando che l’epidemia si diffondesse.

L'assessore Gallera

“Ogni ATS – ha spiegato l'assessore – nel momento in cui identifica un focolaio Covid in una comunità chiusa (ambiente di lavoro, quartiere, condominio ecc… ) a fronte dell’evidenza di trasmissione del virus, provvederà all’esecuzione dei test diagnostici molecolari a tutta la collettività, valutando altresì l’utilizzo contestuale dell’indagine a supporto dei conseguenti provvedimenti di controllo”.

Inizia il monitoraggio dei territori più colpiti

Una scelta “possibile” grazie al minor numero di tamponi necessari ogni giorno in questa fase dell’epidemia. Numero che da settimane è in continua discesa e che non ha comunque mai raggiunto i volumi annunciati più volte dall’assessore regionale, nonostante i potenziamenti dei laboratori. Come sarà possibile, per lo stresso motivo, la seconda iniziativa della Regione: il monitoraggio dei territori più colpiti con “approfondimenti epidemiologici” settimanali in capo ad ogni Ats nei territori che la settimana precedente hanno avuto il maggior numero di casi positivi. Nelle zone dove risiedono i casi risultati positivi, ha spiegato Gallera saranno disposti “fino a 150 tamponi, valutando anche l’esecuzione del test sierologico”.

“Finalmente” il Tracciamento

Ultima novità, il “contact tracing”. Con l’app Immuni che numeri alla mano non decolla, la Regione ha deciso di seguire l’esempio di diverse realtà estere e non, dando alle Ats le risorse necessarie (15 milioni di euro) ad assumere fino a 892 persone che avranno un unico compito: tracciare i contatti dei positivi per individuare le persone che potrebbero essere state infettate, contattarle e permettendo loro di essere sottoposte a tampone. “Tempestivamente“, precisa l’assessore.

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