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In piazza contro la burocrazia negli incidenti stradali

Il 14 giugno una manifestazione per ottenere un risarcimento dalle compagnie assicurative a seguito di sinistro stradale

In piazza contro la burocrazia negli incidenti stradali
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Dover affrontare le conseguenze degli incidenti stradali sono di per sé estremamente difficili, in particolar modo quando uno dei coinvolti ha subito danni gravi e vedrà la pro pria vita e quella della sua famiglia cambiare per sempre. Doversi scontrare con la ritrosia di alcune compagnie assicurative a risarcire il giusto compenso e, magari, do ver affrontare anni di lotte giudiziarie, per la maggior parte delle persone diventa psicologicamente insostenibile.

La protesta di Gerbi Group

E in questo difficile spaccato che circa sette anni fa Raffaele Gerbi, 57 anni, da gli anni Ottanta impegnato nel settore del risarcimento dei danni da circolazione stradale, ha deciso di fondare la Gerbi Group SpA, una realtà di primaria importanza nel settore in Italia, che nel 2020 ha chiuso con un fatturato da 25 milioni di euro.

"La società è nata dall'esigenza di una fetta di assistiti che si trovavano in difficoltà perché non riuscivano ad ottenere il gusto riconoscimento dalle compagnie assicurative per i loro danni gravi subiti in sinistri stradali. Nel tempo ci siamo resi conto che questo servizio sul mercato non esisteva ma c'era la necessità di averlo e negli anni i dati ci hanno dato ragione".

Non a caso Gerbi annovera tra i numerosissimi casi gestiti con successo, le cinque posizioni di maggior valore mal liquidate in Europa da compagnie assicurative. Inoltre il numero uno della Gerbi Group è stato il primo in Italia a promuovere, grazie all'accordo con una primaria compagnia assicurativa, una forma di risarcimento del danno etico sostenibile che prevede la presa in carico del macroleso da parte della compagnia per l'assistenza "vita natural durante".

"Successi resi possibile da uno staff di professionisti presente in azienda che cerca di trovare sempre le giuste soluzioni per ogni caso specifico. - aggiunge Raffele - Con alcune compagnie c'é dialogo e si trovano le giuste soluzioni perché il nostro obiettivo è sempre ottenere il massimo per i nostri assistiti che sono persone macrolese e che avranno bisogno di assistenza per tutta la vita. Solo 15 giorni fa, da una primaria banca italiana, abbiamo ottenuto un premio notevole per una persona rimasta tetraplegica. In altri casi purtroppo ci troviamo di fronte ad un muro, a compagnie che pensano di poter risarcire il minimo a persone danneggiate per la vita che, senza un adeguato compenso, non avranno il denaro necessario per curarsi".

La manifestazione

Da qui la decisione di Gerbi e delle famiglie di alcuni assistiti macrolesi, dopo anni ancora in attesa di un congruo risarcimento dalle compagnie assicurative, di scendere in piazza martedì 14 giugno in via del Quirinale a Roma, per manifestare di fronte alla sede dell'Ivass, l'Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni.

Coloro che hanno deciso di manifestare con Gerbi sono persone in attesa da anni di un risarcimento degno di chiamarsi tale da parte delle compagnie assicurative, a seguito di incidenti stradali che hanno sconvolto le loro vite e quelle dei loro familiari, chiamati quotidianamente ad assisterli.

Gli incidenti stradali in Italia

Nel solo 2021, come riportano i dati della Polizia stradale, ci sono stati 64.162 incidenti, i mortali sono stati 1.238 e le vittime 1.313. I sinistri con lesioni sono stati 26.022 e le persone ferite 37.268.

"Le storie dei nostri clienti, come di molti altri, meritano rispetto e chiedono risposte chiare e in tempi brevi da parte del mondo assicurativo. Questo, purtroppo, non capita sempre. Anzi. Nonostante i successi ottenuti dal nostro Studio con la collaborazione di primarie, illuminate ed attente, compagnie assicurative, subiamo spesso atteggiamenti dilatori e decisioni superficiali e sbagliate da parte di alcune assicurazioni preoccupate più dei loro bilanci che dei sacrosanti diritti dei danneggiati. Cito Unipol, in particolare, che troppo spesso non è disposta a riconoscere la complessità dei danni che trattiamo e non vuol prendere in considerazione la necessità di assistere per tutta la vita i nostri macrolesi. E' un tema etico ed è un gioco la digita di esistenze già severamente compromesse, che non meritano di essere ulteriormente offese".

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