riceviamo e pubblichiamo

Il Liceo «G. B. Vico» di Corsico ricorda Padre Pino Puglisi e le altre vittime innocenti delle mafie

Il professor Rocca del liceo Vico di Corsico ha scritto un articolo sull'intenso incontro organizzato in occasione della "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie"

Il Liceo «G. B. Vico» di Corsico ricorda Padre Pino Puglisi e le altre vittime innocenti delle mafie
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Riceviamo e pubblichiamo un articolo scritto dal professore Ferdinando Rocca del liceo Vico di Corsico sull'intenso incontro organizzato in occasione della "Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie".

Il Liceo «G. B. Vico» di Corsico ricorda Padre Pino Puglisi e le altre vittime innocenti delle mafie

Anche il Liceo «G. B. Vico di Corsico ha deciso di partecipare, come ogni anno, alla celebrazione del 21 marzo quale «Giornata nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie», con una conferenza promossa dalla «Commissione Legalità» del medesimo Istituto e patrocinata dal Comune di Corsico.

Presenti gli studenti del liceo, il sindaco Stefano Martino Ventura, suor Carolina Iavazzo e Pino Martinez, collaboratori di Padre Pino Puglisi durante la sua attività pastorale e sociale a favore di minori, adolescenti e anziani, nel quartiere Brancaccio di Palermo.

Il senso del «ricordo»

Dopo i saluti istituzionali della dirigenza scolastica e del sindaco, ha fatto seguito un breve discorso introduttivo degli organizzatori sull'importanza dell’iniziativa e sul senso del «ricordo», che non deve essere inteso come mero esercizio della mente per conservare stabilmente la memoria: ricordare non è semplice nostalgia del passato, né un modo per sottrarci alle nostre responsabilità di cittadini.

Ricordare è richiamare nel presente e nel futuro dei nostri cuori e dei nostri sentimenti un’esperienza fatta di sentimento umano, di rispetto delle regole e di senso civico verso cui dobbiamo sentirci obbligati. L’esperienza di Padre Puglisi, appunto; un’esperienza di vita e di impegno civile destinata a proiettarsi ben oltre i limiti e le vicissitudini del proprio tempo, capace di scrutare e di scuotere le profondità degli animi e delle coscienze, operando quel «miracolo» di cui oggi tanto si parla con riferimento alle storie personali di alcuni giovani di Brancaccio, di estrazione mafiosa, che hanno rinnegato le loro origini per divenire testimoni di giustizia.

L'emozionante intervento di Viola

Emozionante è stato il contributo di Viola, studentessa del Vico, che, a nome personale e di tutta la comunità scolastica, ha voluto ricordare Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, don Pino Puglisi e le tante vittime del potere mafioso che la cultura dell’indifferenza rischia di cancellare per sempre dalla memoria. Come Rita Atria, la diciassettenne testimone di giustizia che si tolse la vita all’indomani della strage di via D'Amelio e l’uccisione del giudice Borsellino, nel quale la ragazza aveva riposto fiducia e speranza. La «grande macchia nera che è la mafia – ha continuato Viola – si combatte con le armi più potenti a nostra disposizione: l’amore e la giustizia».

In collegamento da Palermo suor Carolina Iavazzo e Pino Martinez

Attese dagli studenti anche le testimonianze di Martinez in collegamento da Brancaccio e di Suor Carolina, i quali hanno riferito della loro esperienza diretta a fianco di Padre Puglisi. Dibattere con loro è stato come rivivere quei tragici momenti, in una dimensione comunicativa aperta ed emotivamente coinvolgente, capace di spingersi oltre il semplice racconto a cui ci hanno abituati le cronache giornalistiche.

Cosa ci dice oggi la storia di Padre Pino Puglisi raccontata da chi Brancaccio ce l’ha ancora nel cuore, da chi quegli eventi e quella tragedia li hanno vissuti in prima persona? Cosa ci può dire Suor Carolina che i giornali, il cinema e la televisione non possono dirci? Ci dice che Padre Puglisi è ognuno di noi, capaci ancora di meravigliarci, di provare emozioni, di stabilire un contatto emotivo con il resto del mondo. Ci dice che Brancaccio non è periferia di Palermo, ma è periferia del mondo, di ogni angolo sperduto di questa Terra dove si è perduto il senso della solidarietà e del sentire umano.

Ferdinando Rocca - Docente Liceo «G. B. Vico» di Corsico

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