Il consiglio regionale boccia la mozione per il ripristino fondi contro i disturbi alimentari
Il testo sollecitava anche lo stanziamento di risorse regionali come previsto dalla legge approvata nel 2021,per contrastare un fenomeno in costante crescita
E' stata respinta dall'Aula del Pirellone (29 voti a favore, 41 contrari) la mozione, presentata da Giuseppe Licata (Azione Italia Viva) e sottoscritta da Consiglieri di tutti i gruppi di minoranza per il ripristino del Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e della Alimentazione.
Bocciata la mozione per il ripristino fondi contro i disturbi alimentari
MILANO - Il documento, primo punto all’ordine del giorno dei lavori della seduta odierna di Consiglio regionale, chiedeva di impegnare il Presidente della Regione e la Giunta regionale ad intervenire con urgenza nei confronti del Governo affinché venisse ripristinato il Fondo per il contrasto dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione. Il testo sollecitava inoltre lo stanziamento di risorse regionali come previsto dalla legge regionale approvata in materia nel 2021, al fine di contrastare un fenomeno che continua a registrare dati in costante crescita.
Il presidente della Commissione “Sostenibilità sociale” Emanuele Monti (Lega) ha sottolineato nel suo intervento come
“questa mozione si è dimostrata superata nei fatti, visto gli annunci del Ministro Schillaci e dell’Assessore Bertolaso: il Ministro Schillaci ha annunciato che nel prossimo Decreto Milleproroghe verranno stanziati dieci milioni di euro per rifinanziare il Fondo contro i disturbi alimentari, che si aggiunge al finanziamento che arriverà a 200 milioni nel 2025 grazie all'inserimento nei Lea. L'assessore Bertolaso ha invece comunicato che la Regione Lombardia incrementerà le tariffe delle comunità terapeutiche almeno al pari delle altre regioni. Nel corso del 2024 con queste misure regionali raddoppierà pertanto l'impegno dei fondi sui disturbi della nutrizione arrivando a circa 6 milioni di euro".
Pd: "la Regione ignora le esigenze dei cittadini"
“Avevamo chiesto di sollecitare il Governo a ripristinare il fondo, portato da 25 a 10 milioni di euro, e, a Regione Lombardia, di incrementare le risorse proprie. Non hanno voluto ascoltare noi, ma soprattutto il grido che si è alzato dalle piazze lombarde dove i ragazzi e le ragazze che soffrono di questi disturbi, assieme alle loro famiglie, si sono riuniti solo pochi giorni fa chiedendoci di andare loro incontro”.
Così il capogruppo Pd Pierfrancesco Majorino, assieme al consigliere Dem Samuele Astuti commentano il voto contrario da parte del Consiglio regionale alla mozione presentata dalle minoranze per il ripristino del fondo per i disturbi alimentari:
“Oggi sono migliaia i giovani che soffrono di disturbi alimentari che non riusciamo a prendere in carico perché i servizi non sono sufficienti e non sono in grado di intercettare i problemi – aveva esordito Astuti in Aula –. Ve ne sono di tre tipi: l’aspetto economico, la modalità di erogazione dei servizi, l’inserimento dei disturbi alimentari nei Lea”.
Per quanto riguarda le risorse, il consigliere dem ha ricordato che in politica
“sono gli atti che determinano la via, ma oggi abbiamo solo delle dichiarazioni, da parte del Ministro. E questo è grave perché le risorse, intanto, diminuiscono. Bene l’inversione di tendenza ipotizzata a parole, ma non è sufficiente”.
"Centri lombardi insufficienti"
Il vero snodo, però, è rappresentato, secondo Astuti e il Pd, non solo “da un inserimento pieno nei Lea”, ma soprattutto dai servizi:
“I 15 centri lombardi sono assolutamente insufficienti. Abbiamo chiesto più volte di costruire la territorialità, di strutturarli in maniera differente, di inserire la multidisciplinarietà. I genitori fanno fatica a mettere insieme le varie figure professionali. Il nostro compito è impostare una filiera, un percorso, un processo, una vera presa in carico. Invece, pur essendoci la legge, non si riescono a spendere neanche i fondi che sono stati stanziati. E questo vuol dire che la presa in carico non funziona”.
Il capogruppo si è detto, quindi,
“rammaricato che la destra e la maggioranza non abbiano voluto sostenere la mozione”, di cui, in Aula, ha riletto gli impegni. “Non capisco come non si possa dare un segnale a queste persone tutti insieme. Eppure, nelle parole di Bertolaso sembrava di cogliere sfumature incoraggianti. Le associazioni scese in piazza non sono la mano armata delle opposizioni, ma persone che hanno raccontato le loro storie di vita e ci hanno chiesto di non lasciarle sole. Riconosciamo che Regione ha già fatto passi avanti, ma poteva dare un segnale per dimostrare che è disponibile a fare molto di più. Avrei voluto che tutti quanti avessimo messo al centro prima degli interessi di parte, i ragazzi e le ragazze che ci chiedono aiuto. Anche per confermare il primato del servizio pubblico ed evitare che le famiglie ricorrano ai privati, perché il pubblico non ce la fa ad andare loro incontro”.
M5S: "dal centro-destra poco coraggio"
“Ci sono ben oltre 40 associazioni che a livello nazionale si sono mobilitate per invocare la proroga del fondo da 25 milioni di euro, dedicato al settore dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, cancellato dal Governo Meloni e quelle lombarde oggi si aspettano una presa di coraggio da questa Giunta, che, ovviamente, è mancata. La mozione, dove si chiedeva un vigoroso intervento di Regione Lombardia affinché si facesse promotrice di una soluzione del problema nelle sedi opportune, instaurando con il Governo un dialogo finalizzato a ripristinare il fondo fino a renderlo strutturale, è stata bocciata dalla maggioranza, per timore di essere sculacciati da mamma Meloni".
Così la consigliera M5S, Paola Pizzighini in merito alla mozione delle opposizioni bocciata dal Consiglio regionale.
"In Italia oltre tre milioni di persone soffrono di problemi di alimentazione e di nutrizione, eppure, la Legge di Bilancio, recentemente approvata dal Parlamento, si è dimenticata di loro. Questo taglio rischia, anche, di compromettere il funzionamento degli oltre 100 centri specializzati e dei 780 professionisti che si occupano della cura di queste patologie. Prendere coscienza che la gente fuori da questo Palazzo aspetta un aiuto è cosa impossibile per questa Giunta”.
FdI: "garantire le risorse è la nostra priorità"
"Non c’è stata alcuna intenzione di limitare le progettualità che sostengono chi soffre di Dna (disturbi della nutrizione e dell'alimentazione), al contrario, esse sono per noi una priorità assoluta. Infatti, come ricordato giustamente dall’assessore al Welfare, Guido Bertolaso, per il 2024 sono a disposizione 6 milioni di euro, somma che verrà confermata negli anni successivi. Nel 2021 la Lombardia, prima Regione in Italia, ha approvato una legge per la prevenzione di tali disturbi, con la quale annualmente viene stanziato un fondo pari a 1,5 milioni di euro. A questi, inoltre, si aggiungono 1,6 milioni del “Fondo nazionale Dna” e, infine, 2,7 milioni del “Fondo Sanitario Regionale” che verranno dedicati all'attivazione di posti di comunità terapeutica per pazienti affetti da questi disturbi".
Così il consigliere Regionale di Fratelli d’Italia, Giacomo Zamperini, interviene dopo la bocciatura in Consiglio regionale, della mozione delle minoranze sui fondi per i disturbi alimentari.
"Nel futuro, sarà opportuno non solo confermare ma implementare anche per i prossimi anni i fondi a disposizione, contando che la Lombardia ha in carico circa 1.500 giovani e 3.000 adulti coinvolti da questa problematica, con un preoccupante trend negativo a livello nazionale. In Lombardia operano 20 centri dedicati all'assistenza dei disturbi alimentari, tra servizi ambulatoriali, di centro diurno, residenziali e di ricovero. Per fornire qualche dato, nella popolazione di età maggiore di 18 anni, da Ats Milano è stata stimata una prevalenza dello 0,9% per l’anoressia nervosa, del 1,5% per la bulimia nervosa e del 3,5% per il “Bed” – Binge eating disorder (Disturbo da alimentazione incontrollata) tra le donne. Nelle donne di età compresa tra 18 e 24 anni, la prevalenza è molto più elevata: 2% per l'anoressia nervosa, 4,5% per la bulimia nervosa e 6,2% per il “Bed” e i disturbi dell’alimentazione non altrimenti specificati. È stato segnalato, nell'ultimo decennio, un incremento per tutte le forme di disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Anoressia nervosa e bulimia nervosa esordiscono più frequentemente nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni; tuttavia, negli ultimi anni sono aumentati i casi in età più precoce. È nostro dovere adottare tutte le misure necessarie a sostenere ad aiutare chi soffre di DNA, comprendendo la sofferenza dal punto di vista psicofisico e le ripercussioni sulla sfera relazionale ed emotiva che ne derivano.» Ha concluso il Consigliere. «Anche a livello nazionale, il Governo Meloni ha già annunciato il rifinanziamento del Fondo per i disturbi alimentari, attraverso uno stanziamento di 10 milioni, messi a disposizione dal ministero, fino all'entrata in vigore dei nuovi “Lea” (Livelli Essenziali di Assistenza) previsto per il prossimo aprile."